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I giovani temono il futuro ma sono aperti ai cambiamenti

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Uno sguardo carico di energia e vitalità emerge dal nuovo Rapporto Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori

Per i giovani italiani il 2022 è l’anno da cui inizia il futuro. Si apre, infatti, un tempo nuovo in cui possono essere protagonisti: è questa la loro grande attesa e la lente attraverso la quale guardano il Paese che fino ad ora li ha oggettivamente trascurati. Il loro sguardo carico di energia e vitalità emerge dal nuovo Rapporto Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori, l’ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Da un lato la lunga emergenza sanitaria - con le sue restrizioni e complicazioni relative alla scuola, alle relazioni, al lavoro, alle scelte di vita - ha lasciato segni pesanti. Ha eroso in modo marcato le risorse positive interne e le competenze sociali in tutte le dimensioni. A diminuire è in particolare chi afferma di avere ('molto' o 'moltissimo') una 'idea positiva di sé', che scende da 53,3% del 2020 a 45,9% nel 2022, ma anche chi ha 'motivazione ed entusiasmo nelle proprie azioni' che nello stesso periodo passa da 64,5% a 57,4% e chi sa 'perseguire un obiettivo', che scende da 67,0 a 60,0. D’altro lato, c’è anche la consapevolezza della possibilità che si apra una nuova fase di sviluppo inclusivo e sostenibile del Paese, in grado di superare i limiti e le contraddizioni del passato.

Alta è l’incertezza nei confronti del futuro ma allo stesso tempo è elevata anche l’apertura verso i cambiamenti. Alta è la domanda di un lavoro con reddito adeguato (68% dei giovani tra i 18-22 anni), ma anche il desiderio di farlo all’interno di una azienda di cui si condividono i valori (60%) e si svolge una attività con ricadute positive per la società e l’ambiente (60%). Bassa è la conoscenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha visto i giovani poco coinvolti (il 31,8% non sa cosa sia), ma forte è l’auspicio, tra chi è informato, che possa contribuire a risolvere i problemi strutturali del Paese e dare un rilancio alle possibilità di crescita (59,9% in età 18-22 anni concorda 'abbastanza' o 'molto'), e in buona misura anche migliorare le stesse opportunità per i giovani (52,2%).

Ma affinché questa strada venga davvero intrapresa ci sono alcune condizioni. La prima riguarda le azioni di sistema del Pnrr: nei giovani emerge chiaramente la consapevolezza della necessità di un cambio di passo e di un salto di qualità? che, con le nuove risorse europee e dopo la discontinuità? prodotta dalla pandemia, l’Italia possa davvero fare. Dunque, risulta decisivo focalizzare piani e progetti che rispondano alla loro domanda di cambiamento. L’efficacia di quanto verrà? realizzato con i finanziamenti di Next Generation Eu va allora misurata sulla capacità di mettere il potenziale delle nuove generazioni al centro dei processi che generano benessere in tutto il territorio italiano.

La seconda ha a che fare con i riscontri nella vita personale: occorre mettere i giovani italiani nelle condizioni di migliorare progressivamente, nei tempi e modi adeguati, il proprio percorso occupazionale e accedere a un lavoro di qualità? e abilitante rispetto alle scelte i vita. La terza condizione va riferita alle dinamiche della forza lavoro e al ruolo del capitale umano delle nuove generazioni nel sistema produttivo italiano, un bene diventato scarso in Italia.

La formazione dei giovani, l’utilizzo e la valorizzazione delle loro competenze aggiornate all’interno delle aziende e delle organizzazioni sono il prerequisito, tanto più con i freni degli squilibri demografici e del debito pubblico, per un’Italia che voglia essere competitiva nei processi di sviluppo nella parte centrale di questo secolo.

Infine, non si può non sostenere e promuovere la forte domanda di protagonismo positivo dei giovani nella società?, che emerge non solo dai dati ma è visibile anche attraverso i movimenti a favore dell’ambiente e contro il riscaldamento globale o attraverso l’attività? di volontariato svolta durante l’emergenza sanitaria. Nella prima parte del nuovo Rapporto, vengono analizzati quattro fronti rispetto ai quali si giocano le sorti di una ripresa che possa far leva sulle intelligenze, le energie e la vitalità? delle nuove generazioni: le nuove modalità? di formazione e le nuove competenze, i nuovi lavori, i nuovi nuclei familiari, le nuove forme di partecipazione sociale.

Nella seconda parte vengono approfondite condizioni e aspettative delle categorie di persone alle quali il Pnrr si rivolge con specifica attenzione in modo trasversale. Oltre ai giovani, le donne e chi vive al Sud e nelle aree economicamente meno dinamiche del paese, c’è anche un approfondimento sulla componente straniera che nel Piano è lasciata un po’ in ombra.

Moltissimi sono i temi esplorati dai curatori: dalla scuola al volontariato, dai progetti di vita al south working. Particolarmente interessante si rivela, anche in termini comparativi, poi l’approfondimento finale sulla condizione dei giovani in Spagna.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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