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La guerra in Ucraina non finirà a breve

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Il generale Graziano non vede che il conflitto russo-ucraino termini nei prossimi giorni e che le armi a Zelensky sono etiche

"Il rischio è che non ci sia la fine della guerra ma solo delle sospensioni e che si continui una guerra di bassa intensità”. Lo ha detto il generale Claudio Graziano nella puntata di “Restart-L’Italia ricomincia da te” in onda oggi in seconda serata su Rai2. “Non vedo la fine dei combattimenti a breve termine e ritengo che le armi siano non solo indispensabili per fermare Putin ma siano anche etiche e prudenti perchè servono a difendere una nazione in difficoltà e perché gli obiettivi di Putin posso essere anche maggiori - ha continuato - Putin ha cambiato strategia e obiettivi, vuole continentalizzare l’Ucraina togliendole gli sbocchi al mare, e vuole una Russia più influente e più potente. Non credo che si fermerà prima di avere raggiunto i suoi obiettivi militari, terrioriali, politici e strategici”.

Graziano si augura che i negoziati prendano presto il posto delle armi: “Ma prima i combattimenti devono fermarsi e bisogna sapere chiaramente quali sono le offerte negoziali di Putin e qual è il livello accettazione dell’Ucraina che non è sicuramente di diventare quello di diventare uno stato fantoccio. Può darsi che accettino la neutralità, che si discuta della Crimea, ma non si comincia a negoziare se non si finisce”.

Ma il conflitto passa anche attraverso altri messaggi, come quello della cultura. "L'arte può essere una via d'uscita, un terreno di dialogo ma purtroppo ora siamo nel cuore del conflitto e dobbiamo fare tutto il possibile per aiutarli, sul piano generale come l'Europa e l'Occidente stanno facendo, e anche sul piano della cultura. Abbiamo fatto diverse cose, oltre all'impegno di costruire il teatro di Mariupol, abbiamo messo 2 milioni di euro per ospitare artisti russi dissidenti. Credo ci sia un modo altrettanto importante di aiutare, far conoscere la cultura ucraina, così come fatto alla Biennale di Venezia, nel padiglione dedicato all'Ucraina". Lo ha detto a Tg2 post il Ministro alla Cultura Dario Franceschini.

"Non è una questione di interesse, di fronte a un Paese aggredito in quel modo e a un popolo che si difende, è doveroso intervenire. Non si può ignorare, non potremmo più guardarci allo specchio" ha aggiunto.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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