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Contro Israele vince la raffinata tecnica del ndo cojo cojo

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Anche in Italia è sempre più diffusa la discriminazione nei confronti di chi è ebreo, non distinguendo tra buoni e cattivi

Gettare via l’acqua con tutto il bambino. È un po’ questo il pensiero degli antisionisti. Spogliamoci un po’ dell’ipocrisia, una volta tanto. L’ennesimo ‘ebrei raus’ si è consumato a Vicenza, quando un gruppo di facinorosi che manifestavano la propria solidarietà alla Palestina hanno pensato bene di insultare gli standisti israeliani alla Fiera dell’Oro (immaginiamo semplici imprenditori e non politici vicini a Netanyahu) per poi scontrarsi con le forze dell’ordine. È il forte antisemitismo che si diffonde e dilaga in tutt’Italia, atteggiamenti che partono dalla inevitabile condanna sulla condotta del governo Netanyahu che si sta macchiando di bombardamenti indiscriminati su Gaza, ma che poi coinvolgono iniquamente chiunque abbia sangue ebreo, senza la più elementare distinzione. Insomma, si genera un odio indiscriminato che non fa sconti e non distingue tra colpevoli e innocenti incentivando una nuova deportazione di massa seguendo le mode contemporanee: sei ebreo? Allora sei filoNetanyahu, meriti di essere boicottato, oppure di cadere nell’indifferenza, oppure di essere ghettizzato oppure il lancio di una sassata. Vale a dire la reazione scaturita dalla pancia della gente che, con la benda sugli occhi e sul cuore, adotta la raffinata tecnica del ‘ndo cojo cojo’, l’importante che il bersaglio sia ebreo. E si sa, il sonno della ragione genera mostri. Del resto, anche a Lucca Comics un portatore di cultura e fumettaro influencer come Zerocalcare non era stato indulgente nei confronti di chi è semplicemente ebreo: la fiera del fumetto italiano ha il patrocinio dell’ambasciata di Israele?, allora è giusto boicottare quella fiera che ospita uno Stato omicida. Fermo restando che il patrocinio era arrivato ben prima del 7 ottobre, un’azione di discriminazione lavica di questo genere crea solo roccaforti di pensiero, solo tesi e antitesi senza mai arrivare alla sintesi, cioè alla soluzione, più o meno equa. Eppure, chi fa cultura più dell’umarell dovrebbe sapere che l’unica forma per risolvere una criticità è il dialogo, la denuncia e il confronto, non il dietrofront o lo scontro violento.

Abbiamo dimenticato le banalità della vita in questo caos di frange di tifosi, accecati da ignoranza e miopia. Il sangue ebreo ha lo stesso colore di quello dei palestinesi. Il sangue dei palestinesi ha lo stesso colore di quello ebreo. Mentre i signori della guerra si beano mantenendo il proprio potere (Hamas vs Netanyahu e Netanyahu vs Hamas) quello che sgorga resta sangue innocente.

22 Gennaio
Autore
Gian Luca Campagna

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