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Il piccolo Eitan Biran tornerà in Italia

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Respinto il ricorso del nonno matero Peleg, i giudici parlano di “rapimento”

Il caso del piccolo Eitan, sopravvissuto alla tragedia del Mottarone del 23 maggio scorso, è arrivato a una svolta.  Dopo la tragedia costata la vita a tutta la sua famiglia, il piccolo era stato affidato alla zia Aya, fino al momento in cui il nonno materno, Shmuel Peleg, lo ha rapito per portarlo con sé in Israele, nella casa della famiglia materna.

Dopo un tira e molla che dura da mesi, la Corte Suprema di Tel Aviv ha respinto il ricorso presentato dalla famiglia del nonno, stabilendo che Eitan ha “Vissuto in italia quasi tutta la sua vita – e dunque non può essere allontanato – dalla sua residenza abituale”. Secondo la Cassazione, il nonno materno del piccolo “Non ha fornito una motivazione valida per cui il ritorno in Italia possa provocare al piccolo un danno psichico o fisico”.

La Corte Suprema ha stabilito che il minore dovrà fare ritorno in Italia entro 15 giorni dalla sentenza, che conferma quella emessa agli inizi di novembre dal Tribunale della famiglia, che aveva stabilito che il posto di Eitan fosse con sua zia Aya, la prima affidataria dopo la tragedia.

Solo Aya, secondo quanto stabilito dal giudice Alex Stein, ha diritto all’affidamento del piccolo Eitan, e quello del nonno è definito a tutti gli effetti un “Rapimento”.

Amare le parole della famiglia Peleg, quella del nonno materno, autore del “rapimento”. “Lo Stato di Israele oggi ha rinunciato a un bambino ebreo – ha affermato la famiglia - senza che la sua voce fosse ascoltata, a favore della vita in una terra straniera, lontano dalla sua amata famiglia".

3 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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