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Il secondo incubo del piccolo Eitan

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Sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone a maggio, il piccolo di 5 anni è stato rapito dal nonno e portato in Israele

La mattina del 23 maggio 2021 il cavo della funivia Stresa-Alpino-Mottarone, nei pressi del lago Maggiore, ha ceduto causando la morte di 14 persone e un unico sopravvissuto: il piccolo Eitan Biran di 5 anni.
Tutta la famiglia di Eitan è morta nell’impatto: il padre, la madre, il fratellino e i suoi due bisnonni.

Il rapimento

Il piccolo Eitan oggi è tornato agli onori della cronaca perché, a quanto si apprende dai media Israeliani, è stato rapito dal nonno materno e portato in Israele. La famiglia in Italia, ormai rappresentata dalla zia Aya Biran, tutrice del piccolo, ha sporto denuncia contro il nonno Shmuel Peleg, che era partito da Israele per fare visita al nipote. In compagnia di Eitan, il nonno doveva riaccompagnarlo dalla zia a Pavia, ma non lo avrebbe fatto per portarlo con sé in Israele, lasciando il messaggio “Eitan è tornato a casa”.

Il rapimento ha scatenato la reazione della Comunità Ebraica di Milano, che ha condannato il gesto di Peleg, affermando come questo violi le leggi internazionali. La procura di Pavia ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona, intanto i legali della zia di Eitan Aya Biram hanno ricostruito la vicenda, dicendo che ai nonni israeliani sono stati concessi "incontri periodici che noi avevamo voluto perché potesse trovare calore familiare. Ma ne hanno approfittato per sequestrarlo”.

L’altra versione 

Ai microfoni della radio Israeliana 103FM ha parlato un’altra zia di EItan, Gali Peleg, sostenendo la versione del nonno materno, artefice del rapimento. La donna ha detto di non voler usare la parola “rapimento”. La zia di Eitan ha affermato di aver “portato a casa” il minore secondo la volontà dei genitori, aggiungendo "Mia sorella e suo marito avevano programmato di tornare quest'anno, a causa del coronavirus hanno rimandato un po'”. Gali Peleg ha poi rassicurato sulle condizioni di salute del piccolo: “ci prendiamo cura della sua salute e abbiamo agito esclusivamente a suo favore”.

“Un’altra tregedia”

Secondo la zia di Eitan in Italia e tutrice del minore, per il piccolo questa sarebbe “un’altra tragedia” dopo quella dell’incidente dello scorso maggio. “Eitan è seguito da un fisiatra, una fisioterapista e una psicoterapista e deve seguire queste terapie per suo bene.” ha aggiunto, per poi sottolineare il fatto che per Eitan casa è Pavia, città nella quale il piccolo ha trascorso tutta la sua vita. 
Aya Biran ha poi puntato il dito contro il nonno artefice del rapimento, al quale come si apprende da fonti israeliane pare aver partecipato anche la nonna Etti Peleg, rientrata con l’aereo un giorno prima di Eitan.
La zia in Italia ha fatto presente alle autorità israeliane che Shmuel Peleg ha ricevuto condanne per maltrattamenti nei confronti di Ester Cohen, sua ex moglie e nonna materna di Eitan. inoltre la famiglia Peleg, secondo la zia di Eitan in Italia, aveva un ordine del Tribunale di Pavia per riconsegnare il passaporto Israeliano alla tutrice legale. Il passaporto era in possesso del nonno materno per motivi sconosciuti, e tutte le richieste di riconsegna sono state ignorate da parte della famiglia Paleg. 

 

Il parere del governo israeliano

Secondo il governo Israeliano, che ha chiesto un parere a esperti dei ministeri di Esteri e Giustizia, il piccolo Eitan deve tornare in Italia, e la violazione della volontà della tutrice legale, secondo la legge, costituisce un rapimento. In accordo con questo parere, dunque, le autorità di Israele dovranno attivarsi per restituire Eitan alla tutrice legale. In seguito al parere del governo, gli avvocati del nonno i Eitan si sono affrettati a sottolineare l’impulsività del gesto dell’uomo.

“Eitan era felice”

Il sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi ha rilasciato dichiarazioni sul caso, affermando che "Eitan è stato affidato alla zia, che è un medico e gli è stata vicina da subito, non aveva più gli incubi di notte e si stava riprendendo completamente". Fracassi ha poi aggiunto di essere fiducioso su un soluzione diplomatica del caso, sollecitando l’impegno del governo in questo senso.

3 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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