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La vendita dei libri scolastici torna all'epoca preCovid

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Grande attenzione per il risparmio e la logica green: boom dell'usato in questo particolare momento economico ed ecologico

Con i ragazzi ormai rientrati sui banchi di scuola e la prima campanella suonata già da qualche settimana, è tempo di bilanci per l’editoria scolastica. Un comparto che quest’anno, dopo i due anni di dad, ha dovuto affrontare nuove sfide, dal caro-energia - o meglio, in questo caso, il caro-carta - fino all’inflazione che pesa sulle tasche delle famiglie.

Eppure, a valle della stagione “caldissima” di agosto-settembre, la prima notizia è positiva: il segmento dell’editoria scolastica è tornato - anzi, ha superato - ai livelli pre-Covid che, secondo le ultime rilevazioni dell’Associazione Italiana Editori, erano nel 2019 pari a 769 milioni di euro, ovvero quasi un terzo dei tre miliardi di euro del comparto editoriale complessivo italiano.

La seconda notizia, invece, riguarda i driver di scelta che hanno orientato le famiglie nell’acquisto dei testi di scuola quest’anno: la combinazione tra la rinnovata tendenza al risparmio, la crescente attenzione all’ambiente e, soprattutto, la pragmatica necessità di reperire i testi in tempo per l’inizio delle lezioni ha spinto 6 famiglie su 10 in libreria, o sui siti specializzati, tanto per l’opportunità data dalla possibilità di mixare nuovo e usato quanto per la dimensione di servizio offerta dalle librerie stesse, che ha contenuto i disagi dovuti ai ritardi.

“Nonostante le complessità di quest’anno, possiamo dirci molto soddisfatti dell’andamento della stagione scolastica. Il ritorno ai livelli di normalità dopo due anni di dad è confortante, così come tutto sommato lo è stata la tenuta del comparto di fronte a inflazione e caro-prezzi. La vera sfida è stata far fronte ai ritardi nella catena di approvvigionamento: una sfida vinta dalle librerie, tanto come punti fisici quanto online, rispetto a tutti gli altri canali distributivi, e in particolare la Gdo" commenta Edoardo Scioscia, amministratore delegato di Libraccio, la più grande catena di librerie indipendenti in Italia specializzata nella scolastica.

"Secondo le nostre stime, -aggiunge Scioscia- sei libri di scuola su dieci, quest’anno, sono stati acquistati in libreria; in questo numero ci sono anche le migliaia di famiglie che abbiamo visto rivolgersi al Libraccio dopo un passaggio “a vuoto” in Gdo. Gli intoppi nella filiera di approvvigionamento hanno, di fatto, valorizzato il ruolo dei librai che, grazie al rapporto maturato con gli editori negli anni, hanno potuto garantire un assortimento tempestivo. E poi c’è la possibilità data da librerie come Libraccio di mixare nuovo e usato: un modello di acquisto che risponde tanto alla tendenza al risparmio, che con l’usato arriva in media al 50%, quanto alla propensione al riutilizzo in un’ottica circolare”.

Un rientro a scuola che, dopo 2 anni di difficoltà, fa ben sperare e dal quale emerge il ruolo chiave delle librerie, diventate punto di riferimento nelle scelte scolastiche delle famiglie italiane: un ruolo maturato e consolidato nel tempo, grazie al quale sono diventate veri e propri presidi culturali in grado di andare incontro alle esigenze sempre più diversificate e urgenti della clientela.


 
2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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