La rabbia dell'arcivescovo di Palermo sul governo
Monsignor Corrado Lorefice ricorda il naufragio a Lampedusa del 3 ottobre 2013 e attacca il governo Meloni: 'è assente'
"Oggi molti cittadini siciliani, molti cittadini italiani, ricordano con molto dolore e molta rabbia la strage di Lampedusa di 10 anni fa, quando 368 persone morirono naufragando a pochi metri dal sogno dell’approdo in una terra che avrebbe dovuto garantire loro il diritto all’accoglienza e in molti casi all’asilo. Il dolore non è per il ricordo, ancora vivo e inconsolabile, di quei 368 fratelli, ma per tutto ciò che non siamo stati capaci di fare per salvare gli oltre 25.000 fratelli che da quel giorno ad oggi sono annegati in questo mare che si è fatto di pietra: un mare che si è fatto muro anziché ponte tra le sponde, che si è fatto cimitero di vite anziché incontro tra le vite. E la rabbia non è per quest’impotenza, sempre più intenzionale e quindi sempre più imperdonabile, ma per lo scenario che apre davanti a noi: è per ciò che sembra destinato ad accadere ancora nei prossimi dieci giorni, dieci mesi, dieci anni". Così l'arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice ricordando il naufragio del 3 ottobre 2013.
"Oggi, a Lampedusa, sono assenti i rappresentati del governo, gli stessi che meno di due settimane fa sono andati lì a snocciolare abusati ed esausti decaloghi di buone intenzioni, in breve tempo tradotti in misure che continuano a barricarci in un mondo sempre più piccolo e miope dal quale gli altri, tutti gli altri, devono essere tenuti fuori, allontananti, respinti. In una parola, per molti di loro: semplicemente condannati a morte". Così l'arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice nell'anniversario del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 368 migranti.
"I rappresentanti del governo, anziché essere a Lampedusa a occuparsi del destino di migliaia di persone in mare e dall’altra parte del mare, preferiscono occuparsi di una persona sola: un giudice di Catania che ha fatto il suo lavoro secondo la legge e secondo coscienza, considerando illegittime, come già lo erano apparse agli occhi di tutti, quelle previsioni del Decreto Cutro che violano sia le norme europee sia innanzitutto la nostra Costituzione". Così l'arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice nell'anniversario del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 368 migranti.
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