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La Guyana ringrazia Maduro

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'Grazie Maduro. Finalmente si parla del mio Paese': così il premier della Guyana Mark Phillips

Bisognerebbe quasi ringraziarlo, Maduro. Parola del premier della Guyana Mark Phillips, secondo cui, grazie al presidente venezuelano, adesso si sente parlare del suo Paese. "Da noi però non avrà niente. Non gli daremo un solo filo d’erba", dice a Repubblica. Da quando il Venezuela ha unilateralmente dichiarato l’annessione dell’Essequibo - un polmone del pianeta che costituisce i due terzi della Guyana, al largo delle cui coste ha cominciato a zampillare petrolio – Phillips e il presidente Alì sono impegnati a fare i conti con la minaccia di un’invasione militare.

Intanto, al vertice di domani di Kingstown, nell’isola di Saint Vincent e Grenadine, a cui giovedì parteciperanno i due presidenti, Alì e Maduro. "È un’opportunità per i due leader di vedersi faccia a faccia - afferma Phillips - Credo che sarà molto utile. Possono esserci altre questioni che Maduro vuole discutere. E poi perché non dovremmo andarci? I nostri esperti legali sono stati chiari: possiamo partecipare, ma non dobbiamo discutere la materia al vaglio della Corte internazionale di giustizia. Non abbiamo niente da perdere, e abbiamo avvertito il mondo che non discuteremo la controversia su Essequibo o di confini".

Quanto all'ipotesi che l’aggressività di Maduro sia sostenuta dalla Russia per impegnare l’Occidente su un altro fronte, Phillips afferma di "non crederlo. È troppo presto per capirlo, ma non posso dire che abbia un’influenza concreta su quello che sta accadendo. Mosca ha un’ambasciata qui e una a Caracas, abbiamo relazioni cordiali e rispettose anche se noi siamo tra coloro che hanno criticato l’invasione russa dell’Ucraina. Naturalmente è possibile che con il Venezuela ci siano relazioni più strette. Il movente di Maduro ha molto più a che fare con la situazione politica in Venezuela. Penso che sia al punto più basso della sua popolarità, e stia cercando un’occasione per galvanizzare la gente attorno a lui".

"Andremo al vertice di Kingstown a mente aperta, non vogliamo conflitti - prosegue il premier della Guyana - Abbiamo sentito del nuovo aeroporto militare (in costruzione al confine), ma è in Venezuela. Noi continuiamo a dispiegare le nostre forze vicino alla frontiera, a vigilare. E ogni movimento che minaccia di violare la nostra sovranità viene affrontato immediatamente da un punto di vista diplomatico. Non c'è pericolo di attacchi".

13 Dicembre
Autore
Giada Giacomelli

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