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In autunno andrà fatto un richiamo con vaccino aggiornato

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Mantovani: 'Mascherine al chiuso da raccomandare fortemente ad anziani e fragili, Green pass ancora utile'

"In autunno probabilmente occorrerà una nuova campagna" di vaccinazione anti-Covid, "per un richiamo generalizzato, oltre che per gli over 80, i fragili e ovviamente i non vaccinati. La speranza è che per allora si possa avere un vaccino aggiornato, più efficace sia verso la malattia sia verso il contagio, e che venga somministrato insieme all'antinfluenzale", perché "l'influenza può diventare molto rischiosa se si somma al Covid". Lo spiega Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e presidente di Fondazione Humanitas per la ricerca, in un'intervista pubblicata da 'La Stampa' in vista di un intervento dell'immunologo questo pomeriggio alle 17.30, al Centro congressi Santo Volto di Torino sul tema pandemia. Per combatterla, "il sogno vero" dello scienziato "sarebbe un vaccino che prevedesse pure le varianti future" di Sars-CoV-2. "Dico sogno perché è stato coltivato a lungo per l'influenza - ricorda - senza successo".

Quanto alla decisione delle categorie alle quali viene già proposta in questi giorni la quarta dose, Mantovani la ritiene "una soluzione saggia, anche se ci sono pochi dati. Sulla sicurezza e sull'utilità a breve tempo" del secondo booster "non ci sono dubbi. Anche se - precisa - uno studio di Vax4frail, consorzio che raggruppa 13 istituti di ricerca italiani, dimostra che tra anziani e fragili c'è grande variabilità di risposta alla quarta dose. Detto questo, nulla di strano: già per altri vaccini si ripetono le dosi ai soggetti che non rispondono bene".

Sulle mascherine, l'esperto raccomanda prudenza. "Come tutti anch'io sono stufo di portare la mascherina, ma continuerò a farlo al chiuso e negli assembramenti", assicura, consigliando di fare lo stesso "soprattutto agli over 80 e a chi ha patologie particolari". Al chiuso "si può togliere l'obbligo", prospetta Mantovani in vista della scadenza del 30 aprile, però "con una raccomandazione molto forte nei confronti delle persone anziane e fragili, e ricordando che ognuno di noi ne frequenta". Quanto al Green pass, "rispetto l'idea di toglierlo - risponde lo specialista - ma ci sono affezionato e mi piace farlo controllare anche quando non me lo chiedono". Per questo, da scienziato "posso dire che lo trovo utile, anche nella versione rafforzata. E se verrà tolto, ne sentirò la mancanza". Non solo: senza pass nei locali i vaccinati si troveranno a contatto con i non vaccinati, e "anche se i vaccinati con tre dosi o i guariti con due dosi sono tuttora molto protetti verso la malattia grave", conferma l'immunologo, sarebbe meglio "evitare pure le infezioni leggere".

Sulle varianti della famiglia Omicron, per Mantovani "non bisogna dimenticare che i problemi che il virus causa sono una funzione delle sue caratteristiche intrinseche e della protezione data dalle vaccinazioni. Le varianti attuali risultano meno patogeniche, ma anche più contagiose e la somma finale senza protezioni e vaccini potrebbe essere grave come un tempo", ammonisce. "Senza contare le preoccupazioni rilevanti del long Covid: a 12 mesi - evidenzia l'esperto - il 10% dei guariti soffre di effetti cardiovascolari, aumento di aritmie, depressione, annebbiamento e stanchezza. Sintomi da indagare che dipendono da quanto il virus sia circolato nel soggetto, dall'attivazione di virus endogeni e da risposte autoimmuni. Il long Covid colpisce anche i giovani e i paucisintomatici".

E in futuro come evolverà il coronavirus pandemico? "Non sono un virologo, ma credo che nessuno possa prevedere le varianti che emergeranno. L'unica sicurezza - rimarca l'immunologo - è che più il virus corre più muta. Per la Banca mondiale nei Paesi ad alto reddito sono state somministrate 180 dosi per 100 abitanti, mentre in quelli a basso reddito non si arriva a 20. Finché non si risolverà questo problema, correremo il rischio di nuove varianti".

Infine, l'origine di Sars-Cov-2. Come si inserisce Mantovani nel dibattito in corso? "Ancora una volta non sono un virologo - ripete - Di recente però sono usciti tre studi, due occidentali e uno cinese, concordi sul fatto che il virus sia partito dal mercato di Wuhan, dopo un salto di specie da un pipistrello a un qualche animale intermedio e quindi all'uomo. E l'ipotesi più convincente, anche perché è già successo e potrebbe riaccadere. Se però dovessi indicare un rischio imminente, dopo la pandemia, è la resistenza agli antibiotici: in Occidente ne facciamo un uso inappropriato, frequente, con posologia sbagliata, anche negli animali, e così quando ci servono possono risultare inefficaci. Senza accorgercene stiamo selezionando pericolosi batteri resistenti come la Klebsiella pneumoniae Kpc".

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Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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