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La parola pace domina nel discorso di Mattarella

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Nel consueto saluto di fine anno del presidente della Repubblica la pronuncia ben 11 volte

E' la parola 'pace' quella più usata ieri sera dal capo dello Stato nel suo discorso agli italiani per la fine dell'anno. Mattarella la pronuncia ben 11 volte, nei suoi 17 minuti di intervento, in cui fa ricorso a 1861 termini della nostra lingua. Per il capo dello Stato forte l'uso anche del vocabolo 'violenza' che ricorre 9 volte, per 8 volte si sente pronunciare dal Colle la parola 'guerra' e 'guerre', segue poi la parola 'libertà', che figura 7 volte. Sei volte Mattarella usa il termine 'donna', il termine 'vita' e la parola 'futuro' .

'Diritti', 'valori', 'dignità' e solidarietà, costituiscono poi una famiglia di parole che figura complessivamente 14 volte. Le parole 'speranza' e 'orgoglio' trovano posto nello speech di Mattarella due volte ciascuno. Infine risalta l'utilizzo del verbo 'ascoltare', che ricorre ben 5 volte nel discorso di Mattarella.

"Il tema della 57ma Giornata Mondiale della Pace, 'Intelligenza artificiale e pace', ci invita a una riflessione sul significato delle nuove tecnologie, che si contraddistinguono per le loro dirompenti potenzialità e i loro effetti ambivalenti. Siamo di fronte a uno snodo fondamentale. I rapidissimi progressi dell’intelligenza artificiale incidono sempre più profondamente sugli individui, sulle attività umane, sulla nostra interazione con l’altro e con l’ambiente" lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato a Papa Francesco.

"Tuttavia, il tema è entrato soltanto di recente nel dibattito pubblico e il suo impatto sulla società è ancora ampiamente sottovalutato -continua Mattarella- . È quindi quantomai opportuno che nella Comunità internazionale si sviluppi un dibattito aperto e inclusivo che approfondisca il nostro rapporto con innovazioni tanto straordinarie e con le modalità necessarie a governarle". Per il capo dello Stato "ne va della stessa possibilità di assicurare al mondo intero prospettive di pacifica convivenza e uno sviluppo autenticamente umano e integrale. Ma ne va anche e soprattutto della dignità di ogni donna e ogni uomo, dignità fondata tra l’altro sul carattere unico di cui nell’ambito del Creato la persona umana è portatrice".

 

1 Gennaio
Autore
Claudio Mascagni

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