L'Italia ricorda le vittime del Terrorismo
Il Paese si ferma e ricorda le vittime di uno dei periodi più bui della Repubblica. Il monito del presidente Mattarella
L'Italia si ferma e ricorda le vittime di uno dei periodi più bui della Repubblica. "Il ricordo delle tante vittime colpite dal terrorismo rappresenta un passaggio importante per il nostro Paese duramente colpito per anni, ma mai sconfitto dalla violenza e dall’odio. Nella memoria comune per le vittime del terrorismo si rafforza la nostra democrazia". Lo scrive, su Twitter, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in occasione della Giornata in memoria delle vittime del terrorismo, postando un'immagine di Aldo Moro, di cui oggi cade il 45esimo anniversario dall'uccisione.
“I terroristi e i loro complici -così come i cattivi maestri che hanno sostenuto e propagandato la violenza politica– hanno attentato alla vita di donne e uomini, con l’obiettivo dichiarato di scardinare l’ordinamento democratico. E’ stata –come Moro auspicava- la reazione morale del popolo italiano a fare la differenza, nella lotta ai terrorismi e all’eversione, facendo prevalere la Repubblica e la sua legalità”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale della Giornata della memoria delle Vittime del terrorismo.
“Un popolo -ha aggiunto il Capo dello Stato- che, nella sua stragrande maggioranza, ha respinto le nefaste velleità di chi avrebbe voluto trascinare l’Italia fuori dal novero delle nazioni libere e democratiche. Un popolo che, memore dei disastri della guerra, ha rifiutato con decisione l’uso della violenza come arma per la lotta politica. E che si è stretto attorno alle istituzioni, avvertite come presidio di libertà, diritti e democrazia. Lottando ovunque, nel posto di lavoro, all’interno della società. Scendendo persino in piazza per manifestarne la difesa”.
Le vittime del terrorismo “parlano a tutti noi, parlano ai nostri giovani, sollecitandoli a fare delle istituzioni il luogo autentico del confronto politico, a non lasciarsi accecare dall’odio né tentare dalla violenza per imporre le proprie convinzioni. L’odio e la violenza costituiscono il percorso dei regimi autoritari. Rappresentano il fallimento dell’umanità, chiamata alla libertà e al rispetto reciproco. La Repubblica ha saputo produrre i suoi anticorpi, ben sapendo che un clima di scontro violento, parole d’odio, l’avversario trasformato in nemico da abbattere, costituiscono modalità patologiche della contesa politica che, oggi come allora, vanno condannate e respinte con decisione”.
“La democrazia della nostra Repubblica -ha ribadito il Capo dello Stato- si nutre di tolleranza, di pazienza, di confronto, di rispetto. E’ una strada che a taluno appare lunga e faticosa ma è l’unica di progresso della convivenza. L’unica capace di ottenere e mantenere nel tempo pace, serenità, benessere, diritti a tutti i cittadini”.
“E’ questo -ha concluso Mattarella- l’insegnamento che ci proviene dalle tante, troppe vittime del terrorismo e dell’eversione. Intorno alla loro memoria ci stringiamo oggi commossi per ribadire con determinazione: mai più violenza politica, mai più stragi”.
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