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Meloni incontra Orban ma è gelo

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I due leader si sono incontrati a Roma ma a dividerli sono le scelte sull'Ucraina ma coincidono sul piano Africa

Con il primo ministro ungherese Viktor Orbàn "abbiamo anche discusso ovviamente del conflitto in Ucraina. Sappiamo molto bene che le nostre posizioni non sono sempre coincidenti, proprio per questo voglio dire che apprezzo molto la posizione che l'Ungheria ha mostrato finora, sia in ambito di Unione Europea sia in ambito NATO, consentendo agli altri Stati membri e consentendo agli alleati di assumere decisioni molto importanti anche quando non era completamente d'accordo. Con Viktor in ogni caso abbiamo ribadito l'indiscusso sostegno alla sovranità, all'indipendenza, all'integrità territoriale dell'Ucraina". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte alla stampa con Orbàn.

"Guardiamo insieme con grande attenzione alla ricostruzione - prosegue Meloni - perché ovviamente il modo migliore per guardare oltre la guerra è immaginare un'Ucraina che sia ricostruita, che possa prosperare, che possa crescere. Come sapete l'Italia è molto impegnata su questo, organizzeremo qui, nel 2025, la Ukraine Recovery Conference e quindi abbiamo parlato anche di questo".

"Noi appoggiamo tutto ciò che il premier italiano ha proposto, una strategia di sviluppo paneuropea per lo sviluppo dell'Africa". Lo ha detto Viktor Orban, nella dichiarazione alla stampa dopo il colloquio con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante il quale "abbiamo parlato dell'immigrazione illegale. Voi siete più vicini all'Africa di noi - ha aggiunto il premier ungherese - però i migranti arrivano anche da noi, quindi la situazione in Africa riguarda anche noi".

"Secondo i nostri calcoli nei prossimi 20 anni la popolazione dell'Africa aumenterà di 750 milioni di persone", ha continuato Orban sostenendo che "quindi ci sono due soluzioni o abbiamo un progetto di sviluppo per l'Africa con cui riusciamo a far rimanere a casa gli africani oppure ci sarà un'immigrazione di massa che non potremo gestire".

25 Giugno
Autore
Claudio Mascagni

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