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Putin rischia il golpe e l'Italia è in guerra

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L'analisi di Leon Panetta, ex capo della Cia, e di Giorgia Meloni, leader di FdI, sulle difficoltà del leader russo e del coinvolgimento italiano

"Putin rischia davvero il golpe, ma se sopravviverà politicamente, verrà messo in una condizione di debolezza". A dichiararlo, in un'intervista a 'Repubblica', è Leon Panetta, ex capo della Cia e del Pentagono. "Putin è un bullo, ma non stupido. Se capirà che deve scegliere tra sopravvivere come leader, o mettere se stesso e il paese a rischio annichilimento, farà la scelta pragmatica che include una soluzione negoziata", afferma poi rispondendo ad una domanda sulle possibilità di successo del negoziato.

"Ci sono possibilità. Una forse riconosce la Crimea come qualcosa che la Russia può mantenere, il referendum nelle altre aree contese, una dichiarazione di neutralità di Zelensky con garanzie di sicurezza da futuri attacchi russi".

Quanto a presunte trame nei servizi di intelligence per deporre Putin, "in circostanze normali sarebbe difficile arrivare alla conclusione che siano disposti al golpe, ma considerando la situazione in Russia, i soldati morti, l’incapacità dell’esercito, forse c’è abbastanza risentimento. È chiaro però che se Putin resta, sarà un leader indebolito. È il risultato più probabile".

"È trascorso più di un mese dalla brutale aggressione della Russia contro l'Ucraina. un atto non provocato, ingiustificabile e inaccettabile. In questi giorni la crisi ucraina ha dato la sveglia a un'Ue sonnolenta, troppo impegnata ad aumentare la burocrazia e a promuovere il Natale 'inclusivo', per occuparsi della sua proiezione geostrategica. E ha riportato alla realtà le élite europee, troppo spesso timide e prive di visione". Così la leader di Fdi, Giorgia Meloni, in un intervento sul Corriere.

"La realtà della guerra ci dice che l'offensiva russa è in stallo e che le sanzioni varate stanno sortendo alcuni effetti importanti. Ma oggi è indispensabile che l'Ue sostenga le nazioni che ne subiscono i maggiori contraccolpi con un apposito fondo di compensazione (come è stato fatto in occasione della Brexit) a cui vanno affiancate politiche monetarie flessibili da parte della Bce e delle altre istituzioni monetarie internazionali".

"Sul piano militare, la scelta di inviare armi all'Ucraina, confermata dai vertici Nato e Ue, non ha alternative in questo momento, se vogliamo scongiurare un'ulteriore escalation e portare la Russia ad un tavolo negoziale. Ma per il futuro, senza una visione di politica estera comune sarà difficile costruire una difesa comune e a ben poco serviranno i soli cinquemila militari previsti per l'avvio di una forza di reazione rapida Ue approvata ieri con la cosiddetta 'bussola strategica'".

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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