Il grigio e il compromesso negli eventi della Memoria e proGaza
La vita è una passeggiata di compromessi. Tra bianco e nero, prevale il grigio
La vita è una passeggiata di compromessi. Tra bianco e nero, prevale il grigio. E il compromesso spesso è sinonimo di intelligenza, nell’accezione della capacità di saper leggere dentro le situazioni, cosa differente dall’opportunismo.
Insomma, alla fine il 27 gennaio, conclamato Giorno della Memoria per ricordare e sensibilizzare rispetto alla tragedia dell’Olocausto, ci saranno soltanto manifestazioni a ricordare uno dei momenti più aberranti della storia dell’umanità che colpì il popolo ebraico. Quindi, intelligentemente, in quello stesso giorno niente manifestazioni proPalestina, che si traducono in verità in un rinnovato rigurgito antisemita, non distinguendo nella cieca rabbia e angoscia di questi drammatici momenti che il sangue versato ha il medesimo colore. Così, al fotofinish, questa è stata la decisione del Viminale rispetto al corto circuito -evidentemente nato per provocare- in cui cadevano alcuni eventi di solidarietà nei confronti di Gaza, bombardata da Israele dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Manifestazioni che non sono di certo state soppresse, ma semplicemente rimandate, proprio per evitare inevitabili tensioni e scontri.
In questo quadro, tra le posizioni contrapposte, raffigurate da bianco e nero, dovrebbe sempre trovare spazio la soluzione, molto spesso di colore grigio. Ma per colorare di grigio i giorni è necessario usare l’intelligenza, perché il grigio, citando il filosofo Peter Sloterdijk, resta il colore della contemporaneità. Vale a dire, senza cercare altri incoraggiamenti romantici, l’emblema del compromesso.
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