Tornare alla mascherina non è un passo indietro
L'immunologo Minelli: 'Non comprendo il fermo e risoluto diniego di alcuni all’eventuale temporaneo ripristino'
L'eventuale "adozione della mascherina" nel caso di aumento dei casi Covid "non ci fa tornare indietro nel tempo, ma è il richiamo a una semplice - e non credo granché penalizzante - misura di prevenzione che, sulla base dell’esperienza acquisita, può certamente contribuire a far sì che il passato resti definitivamente passato". Così l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione Medicina Personalizzata, commenta le nuove linee guida dell'Oms che prevedono l'uso delle mascherine al chiuso in spazi affollati o poco ventilati e per gli asintomatici positivi l'isolamento suggerito scende da 10 a 5 giorni in assenza di tampone.
"Dopo tre anni di combattimenti aspri e anche dolorosi, con vicende alterne e contendenti mai paghi, uno dei quali continuamente all’attacco e l’altro costretto a ripiegare su strategie anche efficaci ma non ancora definitive, confesso - rimarca l'immunologo - di avere oggi qualche soggettiva difficoltà a comprendere il fermo e risoluto diniego di alcuni all’eventuale temporaneo ripristino delle mascherine rispetto al rischio tutt’altro che remoto di una nuova impennata dei contagi. Che questo non debba escludere l’obbligato e salvifico ricorso alla prosecuzione e anzi intensificazione della sonnecchiante campagna vaccinale - sottolinea - mi pare evidente quanto la razionale ipotesi di ricorrere a un valido presidio di protezione individuale molto più immediato di quanto non possa essere l’attesa di una vaccinazione allargata ad una fascia di popolazione troppo ampia per essere protetta in tempi brevi".
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