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L'architettura al servizio della memoria

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La differenza tra monumenti e memoriali per materializzare un'esigenza collettiva e farla permanere fissa nello spazio

Per materializzare un'esigenza collettiva e farla permanere fissa nello spazio che occupa, durante i secoli, all'architetto è dato il privilegio di regalare emozioni e far arrivare alla percezione dei ricordi. E proprio questi, quando tornano alla mente, si legano inevitabilmente ad un luogo, creando un tutt'uno inscindibile per la creazione del progetto: memoria-identità-luogo.

Senza memoria l'uomo sarebbe perduto e rappresentare il passato dandogli forma è fondamentale, perchè ogni evento significativo, nel corso della Storia, ha contribuito alla formazione sociale della comunità di quel luogo.

In architettura gli edifici, statue, lapidi o cenotafi, deputati al ruolo di testimone, sono definiti “monumenti” mentre gli spazi o istallazioni fisse che accolgono una raccolta di memorie si dicono “memoriali”.

Le prime creazioni costruite dall'uomo (per scopi diversi dal riparo) erano di natura spirituale: monumenti commemorativi per poter onorare i morti o per idolatrare poteri superiori.

Si pensi alla Stonehenge preistorica in Gran Bretagna (tra il 3100 a.C. e il 1600 a.C.) o al Partenone greco (432 a.C.) eretto per la dea Atena. I primi memoriali potrebbero essere state le grandi piramidi in Egitto, tombe di re e faraoni. I monumenti invece progettati come archi possono essere fatti risalire agli archi trionfali di Roma, come l'arco di Tito (82 d.C.)  e l'arco di Costantino (315 d.C.). Entrambi influenzarono i memoriali di guerra del XIX e XX sec. in tutto il mondo (si pensi ad es. all'Arco di Trionfo a Parigi).

Arrivando alla Storia moderna, gli esseri umani ricordano eventi legati inevitabilmente ai drammi del Novecento come le due Grandi Guerre, la Shoah, la Guerra Fredda e i conflitti nei Balcani. Milioni di persone furono uccise in questi frangenti, ricordare l'orrore del massacro non è cosa semplice e l'architettura è stata chiamata a dare fisicità ad un evento privo di un dato comunicabile, in una condizione ossimorica di dire l'indicibile.

Ricordiamo, tra i vari:

  • Hall of Names (1977) archivio di 2milioni di nomi e biografie di ebrei vittime dell'Olocausto, Gerusalemme
  • Memoriale dell'Olocausto di Eisenman (1999), Berlino
  • Memoriale della Stazione centrale di Milano (2013), nelle carrozze d'epoca si possono leggere testimonianze e incisioni dei nomi di tutti gli ebrei reclusi, che da San Vittore partirono da lì il 30 Gennaio del '44 per Auschwitz, senza fare ritorno.
  • Mausoleo delle Fosse Ardeatine (1949), primo monumento moderno italiano, è un grande monolite tombale posto a copertura dei sacelli in cui sono sepolte le 335 vittime dell'eccidio, Roma

È evidente come questa antica scienza del costruire venga sublimata quando è portata a ricoprire la sua finalità civile e sociale, mantenendo come obiettivo l'immanenza del ricordo che è chiamata a raccontare.

2 anni fa
Autore
Eleonora Zorzato, progettista d'interni, giardini ed habitat designer

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