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È morto Giorgio Armani, il re della moda aveva 91 anni

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La prima assenza lo scorso giugno, dopo un ricovero in ospedale, alle sfilate uomo di Emporio e Giorgio Armani a Milano

È morto oggi, mercoledì 4 settembre 2025, Giorgio Armani. Lo stilista, tra le più grandi firme della moda mondiale, aveva 91 anni. Il Gruppo Armani ha annunciato con "infinito cordoglio" la scomparsa del suo fondatore, precisando che "si è spento serenamente, circondato dai suoi cari".

La camera ardente sarà allestita da sabato 6 settembre e rimarrà aperta fino a domenica 7 settembre, dalle 9 alle 18, presso l'Armani/Teatro in via Bergognone 59 a Milano. I funerali si terranno in forma privata lunedì 8 settembre, come da espressa volontà dello stilista.  

L'ultimo saluto di Milano

Il sindaco Giuseppe Sala ha proclamato il lutto cittadino per lunedì, giorno dei funerali, definendo Armani "uno dei massimi rappresentanti della moda italiana e milanese nel mondo". Milano, ha sottolineato Sala, "mancheranno il suo sguardo creativo, la sua partecipazione attiva e il suo sostegno alla vita della nostra città". 

Una vita dedicata all'eleganza

Re Giorgio, soprannome che aveva ricevuto dalla stampa inglese nel 1975, se n'è andato con la stessa discrezione ed eleganza che aveva caratterizzato la sua lunga vita. Su quel titolo amava scherzare: "È vecchio di vent'anni e mi piace proprio, ma spero che non finiscano per chiamarmi 'Sua Santità', sarebbe imbarazzante".

Più che santo, Armani è stato un gigante del Made in Italy, ingranaggio essenziale dell'eleganza italiana, l'unico capace di emancipare le donne in carriera e liberare gli uomini dalla formalità rigida cui erano abituati. 

Dalle origini al successo mondiale

Nato a Piacenza l'11 luglio 1934, dopo gli studi al liceo scientifico Respighi, nel 1949 si trasferì con la famiglia a Milano. Qui si iscrisse alla facoltà di medicina dell'Università Statale, ma dopo tre anni interruppe gli studi per il servizio militare. Al rientro trovò lavoro come vetrinista e commesso alla Rinascente, dove rimase fino al 1965, quando fu assunto da Nino Cerruti per ridisegnare la moda del marchio Hitman.

La prima collezione risale al 1975, anno in cui sfilò al Pitti e fondò, insieme al compagno di vita Sergio Galeotti (morto prematuramente nel 1985 a soli 40 anni), l'azienda che porta il suo nome. 

Gli anni d'oro e Hollywood

Negli anni Ottanta la carriera decollò a livello mondiale, anche grazie agli abiti creati per "American Gigolò", che gli valsero fama e gloria oltreoceano. Erano passati appena 7 anni dalla nascita del marchio e già vestiva Richard Gere: il successo divenne planetario.

I suoi completi dai volumi fluidi, i pantaloni con le pinces, la nuance greige - colore che lo stilista inventò, un mix di grigio e beige divenuto sinonimo di chic - contribuirono a definire l'estetica dell'eleganza maschile degli anni a venire. 

L'impero della moda

Time lo mise in copertina, tutte le star lo cercavano. Vestì regine, attrici, donne in carriera e principesse. La sua giacca destrutturata, sensuale ma rigorosa, divenne icona universale di stile unisex. Eliminò imbottiture e controfodere, spostò i bottoni, modificò le proporzioni tradizionali.

L'impero si espanse oltre un'etichetta sola: l'alta moda con Giorgio Armani Privé, il casual con Emporio Armani (inclusa la linea sportiva EA7), l'anima young con Armani JeansArmani Junior e Armani Exchange. Profumi, make-up, arredamento, occhiali: tutto quello che Re Giorgio toccava si trasformava in oro. 

Visionario e innovatore

Visionario e inarrivabile, Armani è stato forse l'ultimo grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo, guidando la sua azienda per 50 anni. Il suo impegno sconfinò anche nello sport, con l'amatissima Olimpia Milano, squadra di basket di cui fu proprietario dal 2008.

Avanguardista e rivoluzionario, non restò mai con le mani in mano. Fu il primo brand, nel febbraio 2020, a sfilare a porte chiuse per salvaguardare gli ospiti quando il Coronavirus iniziò a colpire l'Italia, tenendo incollati agli schermi 11 milioni di fan. Nei mesi più bui della pandemia, fu il primo a riconvertire i suoi stabilimenti per produrre camici monouso da donare a medici e infermieri. 

L'eredità di un maestro

Non tradì mai se stesso, Armani, né l'idea di bellezza che lo accompagnò per tutta la vita: pulita, elegante, semplice. Una bellezza che preferiva togliere invece che aggiungere.

"Eleganza non è farsi notare ma farsi ricordare" era il suo pensiero più conosciuto, che oggi brilla più che mai. A parlare per lui restano una carriera costellata di successi e i numerosi riconoscimenti: Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore, e l'ultima laurea honoris causa ricevuta a Piacenza nel 2023.

Sempre in prima linea, aveva partecipato a tutte le sfilate dei suoi marchi finché la salute glielo aveva concesso. La prima assenza lo scorso giugno, dopo un ricovero in ospedale, alle sfilate uomo di Emporio e Giorgio Armani a Milano. La convalescenza lo aveva poi costretto a mancare anche alla presentazione della collezione Armani Privé autunno/inverno 2025/26 a Parigi.

"Less is more": la filosofia che ha sempre animato la sua carriera continuerà a vivere attraverso l'azienda che porta il suo nome, guidata dalla famiglia e dai dipendenti "nel rispetto e nella continuità" dei suoi valori.

 

4 Settembre
Autore
Redazione

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