Dalla terra delle stragi l'olio santo per l'anno liturgico
L'olio prodotto con le olive degli alberi del Giardino della Memoria, nel tratto autostradale dalla strage di Capaci, utilizzato in chiesa
L'olio prodotto con le olive degli alberi del Giardino della Memoria, nel tratto autostradale teatro nel ‘92 dalla strage di Capaci, è stato consegnato nelle mani degli arcivescovi delle Diocesi di Palermo e Monreale, del vescovo di Cefalù e dell’eparca di Piana degli Albanesi dal questore di Palermo Leopoldo Laricchia e da Concetta Martinez Montinaro. Una cerimonia solenne scandita da 16 poliziotti della Questura che hanno preso in consegna i colli contenenti le bottiglie dell’olio di Capaci destinate alle altre diocesi della Sicilia ed in un corteo di otto auto della polizia che dal Giardino di Capaci si sono dirette nelle altre questure dell'isola per affidare l'olio ai questori che ne cureranno poi la consegna ai vescovi.
L’olio della memoria raggiunge così tutti gli angoli della Sicilia, portando con sé un rinnovato messaggio di speranza. Proprio da quegli ulivi, è iniziato un percorso di rinascita, curato dalla Questura di Palermo e dall’Associazione Q.S.15 , che ha dato luogo a una piccola produzione di olio, grazie al prezioso contributo offerto dai giovani studenti dell’Istituto superiore Majorana e da minori detenuti presso l’Istituto penale Malaspina nell’ambito di un progetto 'Laboratorio Giardino della Memoria'. L’olio di Capaci, metafora di continuità tra i caduti del tragico attentato mafioso e questi giovani, è stato prodotto grazie alla collaborazione della Coldiretti e dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Palermo. L’olio verrà consacrato nella Santa Messa Crismale del Giovedì Santo per essere utilizzato come olio santo dalla Chiesa siciliana nel corso dell’anno liturgico.
Il questore di Palermo, ringraziando i vescovi presenti alla cerimonia di consegna, ha sottolineato "l’alto valore simbolico dell’iniziativa abbracciata dalla Conferenza Episcopale della Sicilia, ricordando come San Giovanni Paolo II, il 9 maggio 1993 dalla Valle dei Templi, si rivolse ai mafiosi con fermezza invitandoli alla conversione e come lo stesso fece, il 15 settembre 2018, Papa Francesco nel quartiere Brancaccio. Nessun feroce criminale può millantare il favore di Dio. Oggi con questa iniziativa la Chiesa Siciliana, nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, manda a tutti i cittadini, fedeli e non, un importante messaggio: dal sangue degli uomini dello Stato uccisi dai criminali di Cosa nostra perché facevano il loro dovere, dal frutto della terra bagnata dal sangue dei giusti viene l’olio che verrà consacrato per amministrare i sacramenti, segno della grazia di Dio. Un potente simbolo di riscatto e resurrezione, sociale e morale, compiuti dalla meravigliosa terra siciliana in questi trent’anni".
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