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Il mix di monoclonali vince su Omicron 4 e 5

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La combinazione di anticorpi monoclonali anti-Covid tixagevimab e cilgavimab mantiene l'attività di neutralizzazione contro le sottovarianti emergenti di Omicron

La combinazione di anticorpi monoclonali anti-Covid tixagevimab e cilgavimab (Evusheld*, AstraZeneca), approvata dall'Agenzia europea del farmaco Ema e dall'italiana Aifa per la profilassi pre-esposizione dei pazienti fragili, e in attesa di approvazione Ema per il trattamento della malattia lieve-moderata, mantiene l'attività di neutralizzazione contro le sottovarianti emergenti di Omicron BA.4 e BA.5. E' quanto indicano nuovi dati di un test preclinico condotto su pseudovirus dall'università di Oxford. I risultati sono stati riportati online sulla piattaforma pre-print 'bioRxiv' e sono coerenti con i dati ottenuti da studi precedenti - sottolinea una nota - secondo cui il mix mantiene una potente efficacia neutralizzante contro Omicron BA.2, la 'versione' attualmente dominante del coronavirus pandemico, e contro tutte le varianti testate fino ad oggi.

"La combinazione dei due anticorpi monoclonali ha dimostrato di ridurre il rischio di sviluppare Covid-19 sintomatico rispetto al placebo dell'83%, offrendo una protezione della durata di almeno 6 mesi, e di rimanere efficace alla capacità di mutare rapidamente di Sars-Cov-2 - evidenzia Giovanni Di Perri, professore ordinario di Malattie infettive all'università di Torino e responsabile della Divisione universitaria di Malattie infettive all'ospedale Amedeo di Savoia del capoluogo piemontese - Una singola dose della combinazione di tixagevimab e cilgavimab, facilmente somministrabile per via intramuscolare, è un'opzione importante per aiutare a proteggere le popolazioni vulnerabili, come quelle immunocompromesse che non sono in grado di sviluppare una risposta immunitaria adeguata dopo la vaccinazione".

La Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) ha da poco pubblicato le Raccomandazioni sull'uso della combinazione di tixagevimab e cilgavimab nella profilassi pre-esposizione dell'infezione da Sars-CoV-2. "Oggi per accedere alla combinazione di monoclonali è necessario un test sierologico negativo - precisa il presidente Simit Claudio Mastroianni, professore ordinario di Malattie infettive all'università Sapienza di Roma - Riteniamo che questa limitazione debba essere eliminata o superata con una soluzione che permetta la somministrazione del farmaco anche agli individui positivi al test ad alto rischio di malattia grave, perché la presenza di un titolo anticorpale non assicura né la presenza di anticorpi neutralizzanti né la certezza dell'attività neutralizzante del siero sulla variante circolante. Consigliamo di considerare come discriminante più importante il fattore di rischio".

Circa il 2% della popolazione mondiale è considerato ad aumentato rischio di risposta inadeguata alla vaccinazione contro Covid-19 e può trarre particolare beneficio dalla profilassi pre-esposizione (prevenzione) con la combinazione di anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab. Questa popolazione comprende persone immunocompromesse, come i pazienti oncologici ed onco-ematologici, i pazienti sottoposti a trapianto e chiunque assuma farmaci immunosoppressori.

Anche le persone a maggior rischio di esposizione al virus Sars-CoV-2 potrebbero beneficiare della protezione con la combinazione di anticorpi. Le evidenze più recenti indicano che proteggere le popolazioni vulnerabili dall'infezione potrebbe aiutare a prevenire l'evoluzione virale, che è un fattore importante nella comparsa di varianti.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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