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Le soluzioni per la fine della guerra in Palestina

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Per mettere fine al conflitto in corso tra Israele e Hamas bisognerebbe fermare i raid aerei sulla Striscia di Gaza e non attaccare i miliziani sciiti Houthi

Per mettere fine al conflitto in corso tra Israele e Hamas bisognerebbe fermare i raid aerei sulla Striscia di Gaza e non iniziare ad attaccare i miliziani sciiti Houthi. Lo ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri dell'Iran Hossein Amirabdollahian.

"La mossa dello Yemen per sostenere le donne e i bambini a Gaza e contrastare il genocidio del regime israeliano è encomiabile", ha detto Amirabdollahian, aggiungendo che ''Sana'a è completamente impegnata nella sicurezza marittima''. Il capo della diplomazia iraniana ha aggiunto che ''piuttosto che attaccare lo Yemen, la Casa Bianca dovrebbe immediatamente interrompere il suo totale sostegno militare e di sicurezza a Tel Aviv contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania, affinché la sicurezza ritorni nell'intera regione".

Intanto la navigazione nel Canale di Suez è regolare, in entrambe le direzioni. Lo ha dichiarato il generale Osama Rabie, presidente dell'Autorità del Canale di Suez, negando la sospensione temporanea della navigazione in relazione a quanto avviene a Bab al-Mandab.‏ In una nota, Rabie ha spiegato che i servizi di navigazione nel Canale di Suez vengono forniti come al solito.

Oggi, ha spiegato, è previsto il transito di 44 navi da entrambe le direzioni del Canale di Suez, con un cargo totale di 2,3 milioni di tonnellate. L'Autorità del Canale di Suez, ha aggiunto, è pronta ad avviare canali diretti di comunicazione con le compagnie di navigazione per servire la comunità marittima.

''E' in atto un allargamento del conflitto'', ma ''le diplomazie stanno lavorando per abbreviare la guerra''. Lo ha dichiarato il presidente dell'Ispi, l'ambasciatore Giampiero Massolo, in una intervista al Resto del Carlino. ''Dobbiamo distinguere tra l'allargamento del conflitto e l'escalation. L'allargamento del conflitto di Gaza è di fatto in atto, basta vedere gli scontri nel sud del Libano, la tensione in Cisgiordania e nel Mar Rosso, gli attacchi a contingenti americani in Iraq e in Siria. Ma non c'è un'escalation che renderebbe l'allargamento esplosivo. E l'escalation allo stato attuale nessuno realmente la vuole. Non la vogliono le potenze occidentali, non la vuole Israele, non la vuole l'Iran. Il che non significa che l’escalation non possa prodursi. Ma è un fatto che i protagonisti di questa partita non la vogliono. E già questo è un dato non scontato, da tenere a mente'', ha spiegato Massolo.

Sui raid Usa in Yemen, Massolo spiega che ''l'operazione, un’azione mirata e non un bombardamento massivo, serviva per limitare le capacita militari degli Houthi, che stavano attuando un barrage molto rilevante contro le navi mercantili. E soprattutto serviva per ristabilire la deterrenza, dato che la semplice attività della forza militare a guida americana che pure in zona ha salvato molto navi, non bastava ad ottenere la fine dei lanci missilistici Houthi''. L'attacco era ''assolutamente inevitabile'' secondo l'ambasciatore perché ''lo stretto di Bab el Mandeb passa circa il 12% del commercio mondiale e l’idea del blocco di una arteria giugulare di questo tipo rischiava di inficiare la libertà di navigazione e ingenerare forti pressioni inflazionistiche dovute ai crescenti costi''.

Riguardo alla crisi a Gaza, Massolo ha spiegato che ''le diplomazie stanno lavorando molto intensamente per abbreviare la guerra e costruire il dopo. Non credo che noi possiamo pensare che dopo questa fase vedremo una situazione di pace in Medio Oriente, ma si sta cercando di trovare uno schema che consenta di far evolvere la situazione, uno schema che passa attraverso quattro aspetti: la necessità di garantire Israele, la messa in sicurezza di Gaza, il coinvolgimento dei Paesi arabi moderati e un ruolo dei palestinesi nel dopoguerra, conservando la prospettiva dei due Stati''. Tutto questo prevede che ''nel breve periodo nel Mar Rosso ci saranno anche degli altri episodi, ma è stato fatto capire agli Houthi che la moderazione nei loro confronti ha dei limiti: l’auspicio è che questo basti. E personalmente non prevedo che la vicenda Houthi diventi un ostacolo al processo negoziale per Gaza'', ha concluso Massolo.

13 Gennaio
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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