E i finalisti boicottarono il premio Pen America
Annullato il premio letterario Pen America, con la metà dei finalisti che si sono ritirati per protesta per Gaza
Dopo settimane di polemiche, Pen America ha deciso di annullare la cerimonia annuale di consegna di premi letterari, prevista per il 29 aprile a New York, dopo che quasi la metà finalisti per premio si sono ritirati accusando l'organizzazione impegnata per la diffusione della letteratura e delle libertà di espressione e dei diritti umani, di non aver dato "nessun sostegno" ai palestinesi, in particolare ai scrittori e giornalisti durante questi sei mesi di guerra.
"Avrete visto che un numero di finalisti hanno deciso di ritirarsi dal premio in segno di protesta, noi rispettiamo la loro decisione - ha scritto Clarisse Rosaz Shariyf, a capo del programma per i premi letterati di Pen America, in una mail ai giurati - alla luce di questi sviluppi, ci dispiace di non poter celebrare gli scrittori nominati quest'anno come avevamo previsto. Come risultato, abbiamo purtroppo preso la difficile decisione di annullare la cerimonia di premiazione del 29 aprile".
"E' una situazione senza precedenti per il nostro team" conclude, spiegando che comunque oggi viene pubblicata la lista dei finalisti scelti "prima che alcuni di questi autori esprimessero la loro decisione di ritirarsi". Tra i ritirati figurano nove sui dieci finalisti selezionati per il premio più prestigioso, il Pen/Jean Stein award. Tra i 12 emergenti sono quattro i finalisti che si sono ritirati. I premi verranno comunque conferiti ai finalisti che non si sono ritirati.
"Noi ci rifiutiamo di indorare la reputazione di un'organizzazione che isi interviene in favore di un'amministrazione che è complice di un genocidio con i soldi dei contribuenti - ha scritto un gruppo di finalisti in una lettera inviata al board di Pen America - e ci rifiutiamo di prendere parte a qualsiasi cosa che copra la complicità di Pen nel normalizzare il genocidio".
La protesta contro Pen America è in corso da diverse settimane: lo scorso marzo una ventina di scrittori si sono ritirati da Pen World Voice Festival, un'altra iniziativa dell'organizzazione, mentre oltre un migliaio hanno firmato una lettera aperta in cui chiedevano a Pen America di "trovare lo stesso zelo e passione che ha per i libri banditi negli Usa per parlare degli esseri umani in Palestina". In risposta Pen America diffuse una dichiarazione in cui chiedeva "un immediato cessate il fuoco e il rilascio di tutti gli ostaggi", includendo una donazione ad un fondo di emergenza per aiutare gli scrittori palestinesi.
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