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Il Pil cresce e arriva al 6,4%

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Una crescita nonostante la frenata di fine anno dettata dall'aumento del prezzo delle materie prime e dai timori di una nuova ondata Covid

"Forte rimbalzo" del Pil italiano per il 2021 che nonostante la frenata di fine anno dettata dall'aumento del prezzo delle materie prime e dai timori di una nuova ondata Covid, si appresterebbe a chiudere l'anno con un aumento tra il +6,3 e il 6,4%. Questo è quanto stima il centro studi di Confindustria in Congiuntura Flash. Si tornerebbe dunque, scrivono gli economisti di viale dell'Astronomia, al livello pre-Covid nel 1° trimestre 2022, "risultato non scontato visti i mancati recuperi nelle crisi precedenti". E' il 4° trimestre, però, a delineare l’atteso rallentamento: "la scarsità di materie prime e di semilavorati e la risalita dei contagi in Italia e in Europa fanno perdurare l’alta incertezza", conclude.

 

Confindustria, risalgono occupati, recuperato più della metà della caduta

Il numero di occupati, dopo il minimo nel 1° trimestre, ha recuperato più di metà della caduta fino a settembre. I lavoratori dipendenti sono quasi ai livelli pre-pandemia (-62mila unità i permanenti, -14mila i temporanei). Diversa invece la situazione dei lavoratori indipendenti il cui calo, si legge in Congiuntura flash, non si è ancora arrestato (-312mila). Da gennaio ad ottobre, comunque, sintetizzano da viale dell'Astronomia, le attivazioni nette sono state circa 600mila, quasi 500mila in più rispetto al 2020 e oltre 190mila in più rispetto al 2019.

 

Confindustria, consumi trainano rimbalzo 2021, ok investimenti, frena export

I consumi privati trainano il rimbalzo del Pil nel 2021: sono infatti stimati in ulteriore risalita nel 3° e 4° trimestre dell'anno. "I margini di recupero sono ampi: la spesa in servizi è ancora compressa così come le immatricolazioni di automobili, che stanno recuperando, ma in misura parziale rispetto al crollo del 2020 (+12,8% fino a ottobre, dopo -30,9%)", scrivono gli economisti di viale dell'Astronomia, in Congiuntura Flash.

"Resta da spendere una parte dell’extra-risparmio accumulato nel 2020 mentre la fiducia dei consumatori a ottobre-novembre è diminuita poco, rimanendo alta; e gli ordini dei produttori di beni di consumo hanno recuperato ancora. Viceversa, gli alti prezzi dell’energia fanno da freno", prosegue il Csc. In crescita ulteriore anche gli investimenti che sono già oltre i valori pre-crisi: "gli ordini interni per i produttori di beni strumentali restano su un buon livello a novembre", scrive ancora Confindustria che stima una nuova espansione nel 3° e nel 4° trimestre anche per i macchinari e le attrezzature.

Frena invece l’export italiano di beni la cui performance resta "molto eterogenea" tra settori e mercati: pesa la caduta nei mezzi di trasporto; deboli le vendite verso Regno Unito e, di recente, Svizzera. E anche se per il 4° trimestre, gli ordini manifatturieri esteri segnalano una espansione tuttavia, conclude il Csc, "ritardi e carenze nelle catene internazionali di fornitura, che già si riflettono in una battuta d’arresto degli scambi mondiali e un calo dell’export tedesco in agosto-settembre, rischiano di avere un impatto sull’export italiano anche negli ultimi mesi del 2021". 

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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