Il Po respira: crescono le sue acque
Lo annuncia la Coldiretti: è salito a livello più alto da inizio anno, in 24 ore cresciuto di oltre mezzo metro
Il livello idrometrico del fiume Po è salito al livello più alto dall'inizio dell'anno per effetto delle precipitazioni che sono importanti per salvare le semine primaverili di mais, girasole, soia e riso ma a preoccupare sono le bombe d’acqua e la grandine per i danni irreversibili che provocano alle coltivazioni in campo. E‘ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca (Pavia), dove il più grande corso d’acqua italiano è risalito di oltre mezzo metro in 24 ore, ben sopra dei meno tre metri, con l’allerta meteo rossa in Emilia Romagna e gialla in altre nove regioni.
"La secca del Po è rappresentativa della situazione in cui si trovano fiumi e laghi nel nord Italia con le ultime precipitazioni che rappresentano una boccata di ossigeno anche per circa 300mila aziende agricole in difficoltà per il lungo periodo di siccità che colpisce anche le colture autunnali come il frumento, l’orzo, l’erba medica e le altre foraggere. Se la pioggia è dunque attesa per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente soprattutto se accompagnati da grandine – aggiunge l'associazione – provocano danni irreparabili alle coltivazioni e ai frutteti ma anche frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. La caduta della grandine nelle campagne è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. La grandine colpisce i frutticini proprio nei primi giorni di formazione in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione".
"L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne".
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