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Netanyahu protesta con Putin per l'appoggio all'Iran

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L'ufficio del Premier israeliano conferma le notizie secondo cui è stato sventato un piano iraniano contro obiettivi israeliani ed ebraici a Cipro

Nel colloquio telefonico di 50 minuti con Vladimir Putin, Benjamin Netanyahu "ha criticato con forza la pericolosa cooperazione tra Russia e Iran". E' quanto si legge in una nota dell'ufficio del premier israeliano, che dà conto della telefonata, la seconda tra i due leader dopo quella del 16 ottobre scorso, nella quale ha espresso anche "disappunto" per le parole pronunciate venerdì al Consiglio di sicurezza dell'Onu dal rappresentante russo.

Netanyahu, riferisce il suo ufficio, ha sottolineato che "qualsiasi paese che dovesse subire un attacco terroristico criminale come quello sperimentato da Israele agirebbe con una forza non inferiore a quella che sta usando" il suo Paese. Il primo ministro ha espresso apprezzamento per gli sforzi di Mosca per far rilasciare un cittadino israeliano con cittadinanza russa e "ha affermato che Israele utilizzerà tutti i mezzi, sia politici che militari, per liberare tutti gli ostaggi".

Inoltre, Netanyahu ha chiesto alla Russia di esercitare pressioni sulla Croce Rossa affinché vengano effettuate visite e garantiti medicinali per gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. L'ufficio del Premier israeliano conferma le notizie secondo cui è stato sventato un piano iraniano contro obiettivi israeliani ed ebraici a Cipro. Le autorità locali sono intervenute, guidate dal Mossad. L'arresto della cellula è stato reso possibile grazie a informazioni di intelligence sui terroristi, i loro metodi operativi e gli obiettivi che si proponevano di colpire, è stato precisato.

Intanto filtrano numeri sull'esercito di Hamas.Trentamila combattenti. Tanti erano, secondo Israele, i miliziani tra le fila di Hamas a Gaza, prima che iniziasse il conflitto dopo il terribile attacco in Israele del 7 ottobre. I combattenti - hanno spiegato alla Cnn le forze israeliane (Idf) - erano divisi in cinque brigate, 24 battaglioni e circa 140 compagnie. Ogni unità in grado di attaccare con missili anticarro, cecchini, razzi e colpi di mortaio.

Sabato scorso il consigliere per la Sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi, ha detto di ritenere che almeno settemila delle migliaia di persone rimaste uccise a Gaza dal 7 ottobre fossero "terroristi".

 

11 Dicembre
Autore
Claudio Mascagni

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