Si è spento Benedetto XVI, il Papa che lottò contro la pedofilia
Malato da tempo, è morto stamattina. Ratzinger affrontò la spinosa questione della pedofilia anche poco prima della sua elezione al soglio di Pietro
Questa mattina si è spento Papa Ratzinger in un monastero in Vaticano.
Joseph Ratzinger è stato il primo pontefice a chiedere esplicitamente scusa alle vittime di abusi da parte di ecclesiastici e ad incontrarle più volte, presentando la Chiesa in atteggiamento penitenziale. E al tempo stesso è stato il primo pontefice a dichiarare guerra alla pedofilia. Ma già prima di salire al soglio pontificio, da cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'ex Sant'Uffizio, aveva adottato la linea della "tolleranza zero" nella lotta agli abusi sessuali da parte di uomini di Chiesa. Negli anni del pontificato, poi, Ratzinger ha ammesso a nome di tutta la Chiesa "la grandissima colpa" di aver trascurato il "grande male" che da anni dissestava la Chiesa cattolica.
Da cardinale prefetto Ratzinger nel 2001 firmò le nuove norme della Chiesa contro la pedofilia contenute nel documento "De delictis gravioribus". Il testo fu redatto per dare corso al motu proprio "Sacramentorum sanctitatis tutela" di Giovanni Paolo II che, proprio per evitare insabbiamenti a livello locale, decise di trasferire tutto quello che riguardava la pedofilia nella Chiesa nelle mani della Congregazione per la dottrina della fede.
Fu Ratzinger a dettare le prime linee guida con i criteri fondamentali: informare la Santa Sede, seguire le disposizioni della giustizia civile e allontanare il sospetto dalle attività pastorali. Dopo cinque anni dall'elezione, nel luglio del 2010, vennero apportate nuove modifiche alle norme della "De delictis gravioribus" redatte dalla Congregazione per la dottrina della fede, modifiche approvate dallo stesso Papa.
La normativa prevedeva che il termine di prescrizione fosse elevato da dieci a vent'anni, le procedure venissero snellite e semplificate e, nei casi più gravi, si potesse chiedere al Papa la dimissione dalla stato clericale. Si precisava, come del resto già nelle procedure del 2003, che "va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte".
Nel maggio 2011 Benedetto XVI fece pubblicare la "Lettera Circolare della Congregazione per la dottrina della fede per aiutare le Conferenze Episcopali nel preparare Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici". Nella missiva veniva messo in evidenza che tra le importanti responsabilità del vescovo diocesano c'è il dovere di dare una risposta adeguata ai casi eventuali di abuso sessuale su minori. Tale risposta comporta l'istituzione di procedure adatte ad assistere le vittime di tali abusi, nonché la formazione della comunità ecclesiale in vista della protezione dei minori. Ma questa risposta dovrà provvedere all'applicazione del diritto canonico in materia, e, allo stesso tempo, tener conto delle disposizioni delle leggi civili.
Ratzinger affrontò la spinosa questione della pedofilia anche poco prima della sua elezione al soglio di Pietro, quando nel 2005, nel redigere i testi per la Via Crucis del Colosseo, denunciò "la sporcizia che c'è nella Chiesa". Sempre in quel periodo mostrò grande decisione contro il fenomeno degli abusi, ad esempio allontanando dal Vaticano diversi religiosi responsabili di atti sessuali su minori.
“Papa di dottrina e sguardo, con il suo gesto rivoluzionario, impensabile ma non impensato, ha segnato la storia e rafforzato la Chiesa. Riposi in pace, Benedetto XVI”. Così su Twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.
"Papa Benedetto XVI ha raggiunto oggi la casa del Padre, dopo una vita dedicata alla Chiesa, con grandissima umiltà e sapienza. Uno straordinario teologo, un uomo capace di profondo discernimento, animato sempre dal desiderio di pace e dalla volontà di porre il bene della Chiesa al di sopra di tutto. Demos si stringe alla preghiera e al dolore della Chiesa per la sua scomparsa." Così Paolo Ciani, capogruppo capitolino di Demos e deputato in una nota.
Commenti