Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

A Ravanusa si scava ancora per cercare i dispersi

ravanusa.jpg

Una delle cause dell'esplosione e del crollo delle 4 palazzine pare sia una fuga di gas dalle condutture

Scavano senza sosta, i Vigili del fuoco. A mani nude, tra le macerie di via Trilussa, a Ravanusa, piccolo centro dell'agrigentino. Ogni tanto il generatore si ferma, i soccorritori chiedono silenzio per ascoltare eventuali voci. Ma dal 'cratere' non si sente nulla. Solo silenzio. Arrivano anche i cani molecolari, ma fino a tarda sera niente, i sei dispersi non si trovano. Tra loro ci sono Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina, una giovane coppia, in attesa del figlio che dovrebbe nascere a fine settimana. Il padre di Selene è seduto in macchina da ieri sera. Non vuole allontanarsi neppure per mangiare, chiede, piangendo notizie della figlia Selene.

Sono quattro i palazzi crollati, tra cui quello di quattro piani, dove vivevano le vittime e i dispersi, quasi tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare. Altre tre palazzine sono state sventrate dall'onda d'urto dell'esplosione, avvenuta poco prima delle nove di sabato sera. “È stato spaventoso. Sembrava una bomba atomica, abbiamo anche pensato che un aereo fosse caduto qui vicino. Siamo vivi per miracolo", racconta piangendo Calogero Bonanno, un docente che vive a Palermo e che ieri sera si trovava a casa dei suoceri a Ravanusa, in via Trilussa. "Mia moglie stava allattando la bimba di 4 mesi quando abbiamo sentito lo scoppio e abbiamo pensato che l'edificio si fosse spostato - dice- subito con gli altri due miei figli, di 5 e 11 anni, siamo scesi per strada. C'erano vetri e fiamme ovunque. Tutti gli infissi scoppiati. Non capivamo se ci fosse stato il terremoto. La paura è stata tanta. Siamo davvero vivi solo per miracolo", conclude.

Una delle due donne sopravvissute, Rosa Carmina, di 80 anni, è ricoverata all'ospedale di Licata (Agrigento). Ha riportato qualche frattura ma non è in pericolo di vita. Attorno a lei ci sono le due nipoti. “Poco prima che ci fosse l'esplosione era andata via la luce – racconta – poi il buio e la deflagrazione. Sono viva ma mi dispiace così tanto per i miei nipoti”. La signora Rosa viveva al primo piano dell'edificio crollato.

Ma cosa è accaduto sabato sera in via Trilussa? La Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha aperto un'inchiesta per fare chiarezza. L'ipotesi di reato, al momento contro ignoti, è disastro colposo e omicidio colposo. Patronaggio e la pm di turno Sara Varazi, hanno posto sotto sequestro tutta l'area dell'incidente, oltre 10mila metri quadrati. Incaricato un pool di consulenti per eseguire degli appositi esami. Le ipotesi sono tante, ma certo è che ci sia stata una fuga di gas, forse dalle condutture. La Procura vuole capire vuole capire, ad esempio, se la rete di distribuzione del gas, installata nel 1984, fosse a norma o se la manutenzione ordinaria e straordinaria sia stata fatta. Numerosi cittadini hanno raccontato che da settimane c'era “puzza di gas”, ma sabato sera Italgas chiarisce: “Da una prima immediata analisi dell'evento emerge quanto segue:  Non risultano segnalazioni di alcun tipo giunte nell'ultima settimana al servizio di Pronto Intervento che lamentassero perdite di gas". "A seguito dell'evento, la prima segnalazione è stata fatta telefonicamente dai Vigili del Fuoco alle ore 21:02 al CIS - Centro Integrato di Supervisione di Italgas Reti- dice Italgas - Il personale tecnico della Società è giunto sul posto alle ore 21:20".

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

Commenti