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Come le panchine colorano il mondo e le nostre coscienze

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A Giulio Regeni, lo sfortunato ricercatore assassinato dal regime egiziano nel gennaio 2016, la sua città natale di Fiumicello ha dedicato una panchina gialla

I colori rendono più sopportabile il grigiore dell’esistenza, arricchiscono anche il bianco e il nero, ti infondono energia per focalizzare e affrontare un tema. A Giulio Regeni, lo sfortunato ricercatore assassinato dal regime egiziano nel gennaio 2016, la sua città natale di Fiumicello ha dedicato una panchina gialla per ricordarlo e per fissare un monito contro le ingiustizie.

Ma c’è chi va oltre. E prova a colorare il mondo. È il caso di Samarate, comune di 16mila anime del Varesotto, che nel Parco Montevecchio da qualche anno ha colorato le sue panchine: dalla inflazionata rossa contro la violenza sulle donne alla classica verde in nome della natura, dalla rosa per la prevenzione ai tumori alla gialla per contrastare il cyberbullismo, fino a quella arcobaleno per celebrare la pace e la diversità. Poi, in diverse città d’Italia troviamo anche la panchina blu per riflettere sull’autismo. Certo, per sensibilizzare su temi di scottante attualità la panchina rossa resta la più gettonata, ma ora in nome di Giulio il giallo assumerà per collegamento cromatico la ricerca della verità e la voglia di giustizia. Colorare le panchine rende più vivaci le città ma aiuterà anche a sensibilizzare le nostre coscienze.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Gian Luca Campagna

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