I rigassificatori restano una soluzione a breve termine
Si punta sempre di più alle rinnovabili. Descalzi: 'il gas in autunno ci sarà', Venier: 'oggi siamo con gli stoccaggi pieni'
Il mondo imprenditoriale italiano guarda con grande attenzione alla crisi energetica, che si è acuita con la guerra in Ucraina. E seppure le soluzioni non sono proprio dietro l'angolo giungono toni rassicuranti, almeno nell'immediato, per la prossima stagione autunnale ed invernale dai vertici dei principali player energetici italiani che ieri si sono incontrati a Roma in un convegno sulla transizione energetica, organizzato dai Cavalieri del Lavoro, la federazione guidata da Maurizio Sella, confermato ieri alla guida presidenza per un nuovo triennio.
Non desta particolare preoccupazione per l'amministratore di Eni Claudio Descalzi la riduzione delle forniture di gas dalla Russia. "Il gas in autunno ci sarà e, la cosa che può rassicurare è che gli stoccaggi stanno crescendo, i flussi algerini sono arrivati a portate di 83-85 milioni di metri cubi al giorno, quindi l'Algeria ci sta dando una mano importantissima ed è la ragione per la quale siamo riusciti a riempire gli stoccaggi". Inoltre, "il Gas Naturale Liquefatto (Gnl) è cresciuto tanto" ma "superato l'inverno, dal 2023, sarà necessario avere uno o due rigassificatori". Il cane a sei zampe ha poi precisato Descalzi, "nel 2022 riuscirà a sostituire il 50% del gas importato dalla Russia, nel 2023 l'80% mentre nel 2024 andremo in surplus".
L'esigenza di rigassificatori è avvertita con massima urgenza anche da Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. "E' in corso la conferenza dei servizi ed entro il 28 ottobre, se tutto va bene, dovremmo avere l'autorizzazione; in tempo record costruiremo il gasdotto di 8 chilometri per la raccolta del gas liquefatto dalla nave" ha auspicato Venier a proposito del rigassificatore di Piombino. "Stiamo iniettando in stoccaggio 60 milioni di metri cubi, che è il massimo che possiamo fare. Oggi siamo con gli stoccaggi pieni. Si è fatto il massimo che si poteva fare per mettere in sicurezza il prossimo inverno" ha spiegato il manager alla platea di benemeriti imprenditori.
Toni decisamente severi nei confronti della Russia sono stati usati da Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d'Italia. "Senza la manipolazione del mercato da parte della Russia tutto ciò che abbiamo visto, l'esplosione dei prezzi, non ci sarebbe stato". "Le sanzioni pesano su tutti noi - ha aggiunto - ma chi ha dichiarato guerra all’Europa prima che all'Ucraina, è stata la Russia con questi comportamenti irresponsabili". Bernabè poi non ha nascosto una certa preoccupazione sul problema del gas, parlando con i giornalisti a margine dell'evento. "Dobbiamo vedere con il governo appena insediato come risolvere il problema, perché oggettivamente ci sono problemi sia in termini di quantità che di prezzo".
Una possibile soluzione agli alti costi energetici la individua Francesco Starace, ad di Enel, a livello europeo. "La novità sarebbe se l'Europa finalmente si dotasse di un mercato a lungo termine" in modo che un'azienda possa comprare energia per i prossimi 10-20 anni. Secondo Starace comunque, come per altri relatori del convegno, dalla crisi energetica si può tentare di uscire attraverso le rinnovabili. "Le rinnovabili sono la soluzione che ci porta più in là nel futuro" ha asserito sulla base del fatto che "nel primo semestre 2022 sono triplicate le domande di connessione alle reti di media e bassa tensione per impianti piccoli e medi da parte di aziende e privati". Tuttavia, ha aggiunto, "il nostro compito è migliorare la capacità delle reti" e la transizione sarà possibile anche "se ci saranno autorizzazioni più veloci".
A confermare la necessità di una spinta sulle rinnovabili, dati alla mano, è stato anche l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma. "La vera alternativa al gas russo sono le fonti rinnovabili. A fine agosto le richieste di connessione alla rete di Terna sono pari a 280GW, circa 4 volte gli obiettivi che l’Italia si è data al 2030: realizzare i 70GW previsti dal piano europeo Fit for 55 porterebbe a un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, valore sostanzialmente pari alle quantità che il nostro Paese ha importato dalla Russia negli ultimi dodici mesi". La transizione energetica è una sfida enorme ed i Cavalieri del Lavoro guardano alle nuove generazioni per operare un cambio di rotta. "La sensibilità delle giovani generazioni verso produzioni e consumi sostenibili, l’uso responsabile di risorse, l’attenzione e l’interesse verso le tecnologie rinnovabili, tutto questo – ha rimarcato Maurizio Sella – è la più vivida testimonianza di un profondo cambiamento culturale".
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