Cosa rischia chi non si è vaccinato e non è stato infettato
Senza nessuna protezione probabilità infezione 31 volte più alta rispetto a chi ha avuto una diagnosi 90-180 giorni prima
Il vaccino anti-Covid si conferma un importante scudo contro i peggiori esiti in tutte le fasce di età, ma anche le infezioni pregresse influiscono. Il rischio di malattia grave per la popolazione con età maggiore di 12 anni e senza una diagnosi pregressa di infezione da Sars-CoV-2 è approssimativamente 7 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati. Lo indica l'Istituto superiore di sanità nel report esteso su Covid-19, che da questa settimana non valuterà solo l'impatto della vaccinazione, ma anche quello dell'infezione pregressa e sarà aggiornato su base mensile.
Il rischio di infezione Covid e di malattia grave è influenzato, dunque, sia dallo stato vaccinale che dalle infezioni pregresse. Il rischio assoluto di infezione e di malattia grave è maggiore nelle persone non vaccinate e che non hanno mai avuto una pregressa diagnosi. In generale si osserva che le persone con immunità ibrida (ovvero con infezione pregressa e vaccinazione), sono a minor rischio di infezione da Sars-CoV-2 e di incorrere in una forma grave di Covid-19. E che, a parità di fascia di età e di condizione di pregressa infezione, in tutte le classi di età maggiore di 12 anni si osserva una tendenza alla riduzione del rischio di malattia grave associato alla vaccinazione.
Il rischio di malattia grave, secondo il report Iss, aumenta all'aumentare dell'età, ad esclusione della fascia 0-4 anni. Sotto i sessant'anni, il rischio di malattia grave nel periodo considerato non supera mai i 10 casi per 100.000 per la popolazione vaccinata. Il rischio di malattia grave per la popolazione con età maggiore di 12 anni e senza una diagnosi pregressa di infezione da Sars-CoV-2 è approssimativamente 7 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati.
In generale, al 14 novembre 2022 - rileva l'Iss - la percentuale di popolazione con ultima dose di vaccino da meno di 6 mesi è pari all'8,7% e quasi esclusivamente rappresentata da persone con età superiore ai 60 anni. Il 50% dei vaccinati ha ricevuto l'ultima dose da almeno 310 giorni. La percentuale di popolazione senza una pregressa diagnosi è pari al 64% della popolazione suscettibile. Di questa, il 50% avuto una diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 da almeno 284 giorni.
Complessivamente, il rischio di infezione, nel mese di novembre 2022, aumenta all'aumentare dell'età. Tra le persone non vaccinate, quelle senza una pregressa infezione hanno un rischio di infezione da Sars-Cov-2 all'incirca 7 volte più alto rispetto a chi ha avuto una diagnosi pregressa da almeno 180 giorni, e di 31 volte maggiore rispetto a chi ha avuto una diagnosi pregressa fra 90-180 giorni prima. Tra le persone vaccinate, quelle che non hanno avuto una diagnosi pregressa hanno un rischio di infezione maggiore rispetto a chi ha avuto una diagnosi pregressa.
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