Roma, Fipe Confcommercio: “Mancano 20.000 camerieri”
Secondo l’associazione la carenza di personale è dovuta anche al reddito di cittadinanza
Zoppicando, il mondo sta lentamente tornando alla vita di prima. Come riportato dal report dell'associazione di categoria Confcommercio, nella città di Roma più del 90% delle attività che lavoravano in precedenza ha riaperto, ma con una buona percentuale che ha messo in vendita la licenza a prezzi stracciati.
Chi ha riaperto, tuttavia, non si lamenta, con ottimi numeri e incassi dovuti al ritorno a scuola degli studenti e al graduale ritorno dei turisti. Il prblema sta, come riporta Fipe Confcommercio con la voce del presidente Sergio Paolantoni, nella carenza di personale.
Paolantoni riporta una carenza di camerieri che si attesta almeno sulle 20.000 unità solamente nella Capitale e “in alcuni angoli della provincia”.
Secondo il presidente Fipe, la colpa sarebbe del Reddito di Cittadinanza. I lavoratori che lo hanno richiesto durante la pandemia, infatti, non accetterebbero il lavoro per non perdere il diritto al sussidio. Paolantoni attacca i lavoratori, che secondo lui richiederebbero ai datori di lavoro di essere assunti in nero, per lo stesso motivo sopra citato.
Un’analisi che può avere un fondo di verità, ma sicuramente miope di alcuni aspetti che riguardano la qualità dell’offerta di lavoro. I dati sul reddito di cittadinanza, inoltre, non sottolineano un aumento di richieste negli anni della pandemia tale da giustificare una carenza di personale tanto ampia.
Nell’analizzare il fenomeno, dunque, le variabili da tirare in ballo sono sicuramente più di una.
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