Per la neuroriabilitazione arrivano i robot
A Roma robot sociali interattivi capaci di stimolare le funzioni cognitive, migliorando il benessere emotivo e la socialità di pazienti
Robot sociali interattivi capaci di stimolare le funzioni cognitive, migliorando il benessere emotivo e la socialità di pazienti con problemi neurologici. Sono i protagonisti di una nuova sperimentazione avviata in due Unità operativa complesse di Neuroriabilitazione della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma. Alleati hi-tech, frutto di un progetto europeo al quale partecipa la struttura capitolina.
Si tratta di dispositivi commerciali e quindi "dal costo relativamente contenuto", spiegano dalla Fondazione, che sono stati dotati di esercizi cognitivi, funzioni di riproduzione video e audio, videochiamata per le interazioni sociali ed esercizi di rilassamento e meditazione, tutti "utili per mantenere la mente allenata e ridurre la condizione di distress legata all'ospedalizzazione". Il sistema, da oltre un anno in fase di sperimentazione a casa di alcuni anziani che hanno aderito al progetto, è stato oggetto di un ulteriore sviluppo, con nuove funzioni adatte all'utilizzo in reparti di neuroriabilitazione ospedaliera di alta specialità. Da più di tre mesi viene impiegato nella Uoc di Neuroriabilitazione 3, diretta da Ugo Nocentini, e nella Uoc di Neuroriabilitazione 6 diretta da Stefano Paolucci.
"James, ossia questo modello di robot sociale che stiamo contribuendo a sviluppare - illustra Federica Piras, psicologa, logopedista e ricercatrice responsabile del progetto - può essere di supporto per il paziente e il personale per espletare una serie di funzioni come facilitare le comunicazioni con l'esterno per ridurre il senso di solitudine e di isolamento, fornire attività di stimolazione cognitiva (serious games) personalizzate e adattate alle condizioni del paziente, provvedere all'intrattenimento del degente (lettura dei quotidiani o di libri, visione di film, documentari, viaggi virtuali), fornendo anche contenuti (sessioni di meditazione, suoni della natura, musica) che possano ridurre il distress legato all'ospedalizzazione".
Lo studio - si legge in una nota - si inserisce nel programma europeo Active and Assisted Living (Aal), che mira a trovare soluzioni per permettere agli anziani di rimanere attivi, autonomi e sani, ed è parte del progetto 'Remember-Me', giunto al terzo anno e quindi alla fase conclusiva del suo piano triennale. Remember-Me prevede l'impiego di nuove tecnologie da utilizzare a casa e che siano a servizio delle persone anziane per il monitoraggio continuo e la prevenzione del declino cognitivo. Collaborano al progetto numerose aziende europee coinvolte nella produzione del dispositivo, nello sviluppo del software e del prodotto. Il ruolo della Fondazione Santa Lucia Irccs è la creazione del modulo di valutazione e degli esercizi cognitivi secondo basi scientifiche riconosciute, e la conduzione dello studio sul campo in cui il sistema è stato proposto ad anziani sani e pazienti con deterioramento cognitivo lieve valutandone l'impatto sulla vita delle persone.
"Ad oggi - riferisce Piras - hanno partecipato al progetto Remember-Me 70 anziani italiani che hanno accolto positivamente la presenza di questa tecnologia presso le loro abitazioni, dimostrando, anche nella popolazione più anziana, un'adesione all'innovazione tecnologica inaspettata".
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