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Salvini insulta Macron e lo invita a combattere in Ucraina

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Il leader leghista: "Macron non rompa le palle agli italiani". Riccardo M;agi: "magari avessimo avuto un esercito comune"

"A Macron dico: vai tu in Ucraina a combattere, mettiti l'elmetto e non rompere le palle agli italiani". Così il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega Matteo Salvini da Bari, parlando della guerra tra Russia e Ucraina e della posizione di alcuni leader di Paesi dell'Ue in vista delle elezioni europee.

"Mai con la von der Leyen, mai con i comunisti, ne abbiamo le palle piene degli immigrati clandestini - ha aggiunto -. Abbiamo bisogno di immigrati per bene, inseriti e integrati". All'inizio del comizio, a seguito della contestazione di un piccolo gruppo di giovani, il leader leghista ha detto: "Fatevi una vita, andate a studiare e a fare l'amore, non drogatevi che fa male". Alla fine del discorso li ha invitati, dopo averli definiti di nuovo "nostalgici comunisti", a salire sul palco e a farsi una foto con lui.

Quindi, intervistato dopo il comizio, Salvini ha chiarito che "la scelta della Lega è soprattutto una scelta di pace. Ci sono troppi venti di guerra, troppi guerrafondai, ad esempio Macron. Io voglio per i nostri figli un periodo di pace".

"Noi abbiamo scelto un generale che la guerra l'ha combattuta e l'ha conosciuta per quanto è infame. Se diamo retta a Macron, ai bombaroli, ai guerrafondai per l'Italia finisce male. La scelta della Lega è innanzitutto una scelta di pace - ha ribadito - . Poi abbiamo le idee chiare sul contrasto all'immigrazione clandestina, sulla casa. Mentre l'Europa ha tassato la casa ai pugliesi - ha proseguito Salvini - noi con il decreto salva casa speriamo di liberare le case degli italiani dalla burocrazia, dai vincoli e problemi, per poter realizzare e sanare. Noi vogliamo portare più Italia e più buonsenso in Europa".

"Sull'Ucraina, se avessimo perso meno tempo e avessimo avuto un esercito comune che presuppone una politica estera europea quasi sicuramente Putin non avrebbe pensato che fosse possibile invadere militarmente uno Stato sovrano. Questa è mancanza di politica. Quello che manca sempre da molti ragionamenti è il punto di vista di un popolo che viene bombardato quotidianamente. Prima di sentire appelli alla pace da parte di chi non è un capo spirituale ma si candida e mette "Pace" nel proprio simbolo vorrei sapere una strategia per arrivare a costruirla. La pace si costruisce sullo Stato di diritto, sul diritto internazionale e sulla democrazia, non sulla resa e lo sterminio degli aggrediti". Così il segretario di +Europa Riccardo Magi a Otto e mezzo su La7.

4 Giugno
Autore
Claudio Mascagni

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