Le scuole non sono a prova di virus
Carlo Signorelli: 'Fatto poco per adeguare le strutture. Le decisioni italiane sono state spesso tardive rispetto alla pandemia'
Tra pochi giorni riparte la scuola. Siamo pronti o confidiamo nello stellone, come nel 2020 e 2021? "Abbiamo regole recenti e ragionevoli, ma ben poco è stato fatto per adeguare le strutture scolastiche in termini di dimensioni degli spazi, aerazione ed educazione degli insegnanti e degli alunni a comportamenti virtuosi, che sono elementi importanti se ci fossero infetti o sospetti tali... E ci saranno sicuramente". Così Carlo Signorelli, docente di Igiene all'università Vita-Salute del San Raffaele, in un'intervista a 'Libero'.
Ecco, l'areazione. Ma quanto impatta davvero? "Se in una classe c'è un infetto ha un peso significativo. Però dobbiamo metterci d'accordo su cosa intendiamo con la ventilazione delle scuole perché nella stragrande maggioranza dei casi la soluzione di 'aprire le finestre' non è praticabile. Penso ai plessi del nord, all'inverno.Vorrebbe dire anche una dispersione energetica che, in questo particolare periodo storico, ha i suoi problemi", risponde Signorelli.
E quella artificiale? Sugli aerei è stato possibile togliere le mascherine perché c'è un ricambio continuo... "Gli istituti che hanno un sistema di ventilazione meccanica sono troppo pochi", precisa. Un peccato. Abbiamo esagerato con i no-vax? "Alcuni provvedimenti erano giustificabili scientificamente, come gli obblighi per il personale sanitario, a contatto con soggetti fragili. In altri casi c'erano meno evidenze scientifiche, osserva l'igienista. Con il senno di poi, quali errori avremmo potuto evitare nella gestione pandemica? "Con l'eccezione del primo lockdown dell'8 marzo 2020, che è stato tempestivo e di provata efficacia, le decisioni italiane sono state spesso tardive rispetto al rapido evolversi della pandemia. Sia per le misure restrittive che per quelle di eliminazione dei divieti", ricorda.
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