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Sileri: ‘45% in meno di screening tumori al colon’

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Lo ha fatto sapere il Sottosegretario al Ministero della Salute

Si parla spesso, ma sempre troppo poco, degli effetti collaterali legati alla pandemia e alla conseguente emergenza sanitaria. La saturazione degli ambienti sanitari e delle terapie intensive ha comportato una diminuzione delle visite di controllo periodiche, cosa che può rivelarsi un serio problema in patologie nelle quali il fattore tempo è fondamentale per evitare un avanzare della malattia.

I dati diffusi oggi dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri nel corso dell’apertura del Congresso nazionale della Società italiana di chirurgia colo-rettale parlano di 1,1 milioni di screening al colon retto in meno nel 2020 rispetto al 2019, circa il 45%. Gli screening sono fondamentali per individuare eventuali tumori nella loro forma benigna ed evitare che diventino pericolosi per il paziente. 

La priorità, secondo Sileri, è “Recuperare visite e interventi saltati”, per questo sono stati istituiti due tavoli tecnici al ministero. Il primo dei due tavoli aperti riguarda la Chirurgia generale, e “Ha tra i suoi scopi proprio quello di trovare soluzioni condivise per la prima grande urgenza che è il recupero degli interventi chirurgici e delle prestazioni sanitarie". Il secondo è il Tavolo tecnico per la ricerca e la formazione nelle Mici (Malattie infiammatorie croniche intestinali), che avrà come scopo la creazione di “Un Registro per le Mici; la riapertura di un dialogo con le Regioni per l'applicazione omogenea dei Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta); la promozione della ricerca, della formazione e della telemedicina”.

3 anni fa
Autore
Piergiorgio Michelangeli

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