L'educazione sentimentale: quello che manca agli stupratori
L'analisi dello psicologo Meluzzi sullo stupro di Palermo che ha visto coinvolti 7 giovani che hanno violentato una 19enne
"Abbiamo trascorso decenni ad insegnare ai giovani l’educazione sessuale, la funzione dell’apparato riproduttivo, come evitare malattie sessualmente trasmissibili o gravidanze indesiderate. Mi rendo conto però, che abbiamo dimenticato l’educazione sentimentale”. Così lo psichiatra e criminologo volto noto della tv Alessandro Meluzzi al Giornale d'Italia. “L’educazione sessuale può spiegarla qualsiasi ginecologo, ostetrica o psichiatra, ma l’educazione sentimentale attiene all’insieme di una civiltà, alle emozioni, alla cultura, all’arte, alla conoscenza. In questo caso il ruolo educativo è duplice: dalla famiglia, alle istituzioni deputate all’educazione come la scuola o la parrocchia. Ma tutto questo oggi si è dissolto – continua Meluzzi – non c’è da stupirsi se viviamo in questo deserto di valori; la famiglia non esiste più, oggi è tutto stravolto e ci sono tante ‘famiglie’ in cui regole e contesti sono differenti, così come i rapporti uomo-donna sono differenti. Ad esempio – spiega – nel mondo islamico il rapporto uomo donna è concepito in un modo, nella comunità Lgbt è concepito in un altro modo e questo influenza anche la stabilità delle famiglie, generando un grande caos”.
A parlare al Giornale d'Italia è anche lo psichiatra Paolo Crepet: "A commettere violenza, e parlo in generale, ci si arriva seguendo tante ipotesi, tra cui il condizionamento derivante dall’ambiente famigliare e sociale. La famiglia influisce, così come il luogo in cui si cresce: è evidente che crescere in un ambiente sereno, differisca dal crescere in contesti più difficili. Il problema è di tipo educativo e riguarda la scuola, il quartiere, ma soprattutto ciò che ci circonda. Nessuno oggi si meraviglia del fatto che molti testi dei nuovi musicisti siano così cosparsi di violenza, volgarità”.
Volgarità e violenza sono molto in voga sui social ed è proprio contro questi che Crepet punta il dito: “Il fenomeno violento si può arginare se tutti facessimo una riflessione e imparassimo a dire no alle droghe, alle mafie che le importano, al consumo incontrollato di alcolici anche da parte dei minori. Bisognerebbe andare contro a molti interessi che generano profitti e tra questi ci sono anche i social: mi auguro che nessuno faccia finta, anche a Palermo, di sapere che dietro ai social ci sono interessi economici. I followers generano guadagni e un video in cui si mena o si stupra una persona, genera sicuramente più traffico di un video in cui si legge Leopardi”.
"Ho ascoltato attentamente le parole della professoressa Giovanna Corrao, dopo il gravissimo episodio di violenza sessuale di Palermo. Da nonna, mamma e da assessore alla Famiglia condivido molto di ciò che ha detto. È per questo che oggi pomeriggio ho deciso di mettermi in contatto con lei. Credo che tutti insieme abbiamo l'obbligo di risalire la china del fallimento sociale di cui l'insegnante parla nel video». Lo dice l'assessore regionale Nuccia Albano dopo aver parlato al telefono con la docente palermitana che dal suo profilo social ha rivolto a genitori e insegnanti un accorato appello divenuto virale.
«Ho proposto alla docente di confrontarci sugli strumenti comunicativi più utili per sensibilizzare l'opinione pubblica e per svegliare le coscienze. Abbiamo condiviso la necessità di sostenere azioni sinergiche che possano favorire una rinascita dei valori sia tra i giovani che all'interno delle famiglie», conclude l'assessore.
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