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Quando la politica ti succhia la vita: il caso Nicola Sturgeon

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Il primo ministro scozzese decide di dimettersi per dedicarsi 'finalmente' a Nicola Sturgeon come persona

E' stata "Nicola Sturgeon politica per tutta la vita", ma ora sta per compiere 53 anni e vuole ''dedicare un po' di tempo a Nicola Sturgeon l'essere umano''. Così, convinta di non potersi più impegnare ''al cento per cento all'incarico di premier, come richiederebbe'', il più longevo dei primi ministri della Scozia ha deciso di fare un passo di lato. Entrata nel partito indipendentista Snp a 16 anni, la premier scozzese dimissionaria ha citato la sua famiglia, ''la sua roccia'', e ha chiesto se la scelta di dedicarsi a se stessa fosse considera ''egoistica? Spero di no". Parole che ricordando quelle dell'ex premier neozelandese Jacinda Ardern, che il 19 gennaio scorso annunciando le sue dimissioni si è detta ''esausta'' e subito dopo ha chiesto al compagno "di sposarsi, finalmente". Un'ammissione di stanchezza per il ruolo istituzionale ricoperto, ma anche di consapevolezza di voler dedicare più tempo per la famiglia e di sposarsi, dopo aver rinviato le nozze a causa delle restrizioni decise dal suo governo per far fronte alla recrudescenza dell'epidemia di Covid-19.

Sei anni fa il suo predecessore, l'allora premier della Nuova Zelanda John Key, si era dimesso citando anche lui ''motivi familiari''. In particolare aveva detto che il suo incarico aveva richiesto grandi sacrifici "da parte di coloro che mi sono più cari", che sua moglie Bronagh aveva sopportato "molte notti solitarie" e i suoi figli Stephie e Max erano stati sottoposti a "straordinari livelli di esposizione mediatica". Riconoscendo il ''sacrificio di Bronagh durante il mio periodo in politica'', Key aveva detto che ''ora è il momento giusto per me di fare un passo indietro nella mia carriera e di trascorrere più tempo a casa".

Senza arrivare a dimettersi, prima di lui il ministro della Difesa finlandese Antti Kaikkonen non ha esitato a prendersi un congedo parentale di due mesi per accudire il figlio di sei nel bel mezzo della crisi di sicurezza relativa alla minaccia posta dalla Russia. Questo avveniva lo scorso dicembre e Kaikkonen è ancora in congedo, nonostante la Finlandia sia impegnata nella difficile partita per l'adesione alla Nato che vede la Turchia remare contro. "I bambini rimangono piccoli solo per un momento, e voglio ricordarlo in modi diversi dalle semplici foto", ha twittato Kaikkonen, assicurando che la sicurezza della Finlandia "sarà in buone mani".

A fare scuola, sempre in Finlandia, nel 1998 è stato l'allora primo ministro Paavo Lipponen, che prese un congedo parentale, seppure più breve. I due non sono comunque un caso isolato nei Paesi nordici dell'Europa. A fine 2020 in Danimarca il ministro delle Finanze Nicolai Wammen ha preso un congedo parentale affermando che suo figlio aveva "visto suo padre per lo più in tv". Il suo esempio in Danimarca è stato seguito dai ministri dell'Immigrazione, Mattias Tesfaye, e della Cultura, Joy Mogensen.

Nell'aprile dello scorso anno si è invece dimessa per prendersi cura del marito, a cui era stato diagnosticato un tumore al cervello, la ministra degli Esteri e vice premier del Belgio Sophie Wilmes. Una decisione presa in accordo con il primo ministro belga Alexander De Croo che ha chiesto per lei "il massimo rispetto". Wilmès era stata primo ministro del Belgio tra il 2019 e il 2020 e aveva sposato l'ex calciatore australiano Chris Stone nel 2009, dal quale ha avuto tre figlie. "Essere ministro richiede rigore, disponibilità e un impegno totale che non mi permetterebbero di fornire l'aiuto e il conforto di cui Christopher e i nostri figli avranno bisogno in questo periodo difficile", aveva scritto su Twitter la vice premier. Le sue dimissioni, inizialmente temporanee, sono state formalizzate in modo definitivo a luglio.

Dopo aver ricevuto notizie ''devastanti'' sulla sua famiglia, in Gran Bretagna, a gennaio di due anni fa, ha rassegnato le sue dimissioni la ministra dell'Edilizia Kelly Tolhurst. In una lettera inviata allora primo ministro Boris Johnson, la deputata conservatrice di Rochester e Strood, 42 anni, ha annunciato la decisione presa ''dopo una profonda riflessione e molte considerazioni'' di lasciare l'incarico per trascorrere "tempo prezioso" con i suoi cari nei "prossimi mesi". Una notizia accolta ''con tristezza'' da Johnson.

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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