Teatro e cinema contestano le maschere
Lorini (Anec): 'sorpresi e amareggiati per le mascherine, faremo sentire la nostra voce al Governo'
La decisione di mantenere l'uso della mascherina nei cinema e nei teatri "sorprende e amareggia". Mario Lorini, presidente dell'Anec, lamenta una mancanza di "coerenza" nelle misure adottate. Per alcuni settori, rileva infatti, si registra un alleggerimento del sistemi di protezione dal contagio mentre per altri si sposa un principio di maggiore prudenza. Conversando con l'AdnKronos, il presidente dell'associazione nazionale esercenti cinema annuncia un'iniziativa per farsi ascoltare dalle Istituzioni.
"Stiamo cercando di addivenire, alla vigilia del David di Donatello, a qualche iniziativa che possa avere un peso e che possa essere ascoltata", afferma Lorini denunciando il fatto che "in queste ore c'è un silenzio incomprensibile da parte del Ministero della Cultura. La presidenza dell'Anec da giorni sta chiedendo notizie, motivazioni, aiuto, comprensione. E non c'è risposta. Franceschini ci deve spiegare quale differenza ci sia tra un assembramento in una sala di un museo, in una sala aperitivi e un assembramento in un cinema o in un teatro. Ai David di Donatello cosa si celebra lunedì? La festa del cinema italiano oppure la morte del cinema in sala? Che cosa si premia?", si chiede provocatorio Lorini.
"Oggi - attacca ancora - è difficile sentire vicino a noi un ministro che non sta rispondendo alle nostre istanze. Se il problema consiste nel fatto che, per contenere il contagio, è necessario mantenere alta la guardia, allora le mascherine si mantengano ovunque. Abbiamo chiesto coerenza. Se la politica e gli esperti avessero deciso di conservare la prudenza avrebbero dovuto chiedere di usare le mascherine ovunque". La scelta che è stata assunta "è inaccettabile: il pubblico continuerà a pensare che i cinema e i teatri sono luoghi malsani".
"Contestiamo l'affermazione, che probabilmente ha costituito un alibi, secondo cui i teatri sono luoghi pieni". Un'affermazione, ribatte Lorini, "che non è assolutamente vera e non è suffragata dai dati. I teatri, al contrario, sono pieni nella misura in cui si svolgono degli eventi che hanno incontrano il totale successo del pubblico. Questo può essere capitato solo parzialmente anche in qualche evento al cinema".
"Siamo stati messi in condizioni peggiori rispetto a quelle delle strutture sanitarie. In un ospedale - dice Lorini - si entra con un dispositivo generico di protezione, nei cinema e nei teatri invece si deve tenere la Ffp2 per altri 45 giorni. Le discoteche, che sono state chiuse e penalizzate, oggi non richiedono alcun tipo di protezione". Eppure, osserva Lorini, si tratta di luoghi in cui si "registrano difficoltà nel distanziamento perché per ballare bisogna essere appicciati". Discorso simile per i musei dove "non c'è alcun dispositivo di protezione", conclude Lorini.
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