Biden vs Trump un duello sempre più concreto

Convinto che, dopo la nuova vittoria in New Hampshire, sarà Donald Trump il candidato repubblicano, Joe Biden si prepara al nuovo duello con il tycoon. E il presidente rafforza il team della sua campagna elettorale, dove sposta due dei suoi principali consiglieri della Casa Bianca, Mike Donilon e Jen O'Malley Dillon. Quest'ultima, attualmente vice capo dello staff della Casa Bianca, prenderà la presidenza della campagna, mentre Donilon riassumerà il ruolo di capo stratega avuto durante la campagna del 2020.

La mossa arriva dopo che diversi democratici, compreso l'ex presidente Barack Obama, nelle scorse settimane hanno incoraggiato Biden a rafforzare e rendere più aggressiva la campagna elettorale, di fronte ai sondaggi negativi che il presidente sta registrando. O'Malley Dillon avrà un ruolo centrale nell'organizzare e realizzare il cammino verso la vittoria dei 270 voti elettorali necessari a confermare Biden alla Casa Bianca, mentre Donilon avrà un ruolo centrale nella strategia di comunicazione e nel rapporto con i media.

"Mike e Jen sono stati essenziali nel team che aiutato il presidente Biden e la vice presidente Harris ad ottenere il maggior numero di voti della storia americana nel 2020 e siamo emozionati all'idea di avere la loro leadership e capacità strategica concentrata a tempo pieno a rimandarli alla Casa Bianca per altri 4 anni", ha dichiarato la manager della campagna Julie Chavez Rodriguez. Mentre fonti della campagna sottolineano che questa mossa segna il fatto che ormai "guardiamo alle elezioni generali" di novembre.

L'aver negato la vittoria a Nikki Haley in New Hampshire, che con il suo elettorato più moderato e indipendente appariva il terreno ideale per lanciare un'alternativa all'inevitabilità del ritorno dell'ex presidente, sembra aver aperto la strada ad una marcia decisa di Donald Trump verso una nuova nomination alla Casa Bianca.

Ma, avvisa Politico, ci potrebbero essere ancora degli ostacoli lungo il cammino trionfale del tycoon, dal giudizio che la Corte Suprema deve esprimere sulla sua ineleggibilità ai tanti processi in cui è imputato. Senza contare che, anche se minoritario, il voto raccolto da Nikki Haley arriva da elettori che, dagli exit poll, appaiono non intenzionati a votare a novembre per un candidato incriminato, o addirittura, condannato in processi penali.

E' prevista per l'8 febbraio - lo stesso giorno in cui Trump si aggiudicherà tutti i delegati del Nevada nei caucus a cui non partecipa Haley - la prima udienza della Corte Suprema degli Stati Uniti che dovrà decidere se Trump debba essere considerato ineleggibile sulla base della sezione 3 del 14esimo emendamento, che vieta a chi ha partecipato ad un'insurrezione di candidarsi ad cariche pubbliche.

La Corte Suprema del Colorado e le autorità elettorali del Maine hanno ritenuto che l'emendamento sia applicabile a Trump per il suo ruolo nell'assalto al Congresso. Trump ha più volte minacciato che se la Corte dovesse appoggiare questo argomento, rendendolo così ineleggibile a livello nazionale, nel Paese si scatenerebbe "il caos e il pandemonio".

Poi ci sono i processi penali, quelli federali a Washington e in Florida, e quelli statali, in Georgia e New York, senza considerare i processi civili, con quello arrivato ormai alle ultime battute a New York per frode che potrebbe avere enormi conseguenze per l'impero economico del tycoon. Gran parte dei sondaggi danno Trump in vantaggio in un ipotetico nuovo duello con Joe Biden, ma nelle scorse settimane il Wall Street Journal ha pubblicato un sondaggio che dà come sconfitto di un punto, 46% contro il 45%, l'ex presidente in caso di una sua condanna.

Un orientamento confermato dagli exit poll delle primarie di ieri, con l'84% degli elettori di Haley - dei cui voti Trump avrà bisogno per vincere a novembre - dicono che non considereranno il tycoon degno della presidenza se sarà condannato.