Troppo tempo in tv: i bambini rischiano ritardo nello sviluppo
Più tempo i bimbi passano davanti a uno schermo e più rischiano ritardi nello sviluppo. E’ il risultato di uno studio condotto in Giappone
Più tempo i bimbi passano davanti a uno schermo e più rischiano ritardi nello sviluppo. E’ il risultato di uno studio condotto in Giappone per indagare se esista un’associazione tra lo ‘screen time’ dei bambini di 1 anno e cinque aspetti del ritardo nello sviluppo a 2 e 4 anni: comunicazione, abilità motorie degli arti e del corpo, abilità motorie di mani e dita, problem solving, skill personali e sociali. L’analisi è stata realizzata nell’ambito del Tohoku Medical Megabank Project Birth e Three-Generation Cohort Study coinvolgendo 50 cliniche e ospedali giapponesi tra il 2013 e il 2017. Ha poi visto la luce nel 2023.
Il campione di 7097 bambini (il 51,8% maschi e il 48,2% femmine) è stato analizzato in base al tempo passato davanti a uno schermo, che fosse Tv, Dvd, video games o internet games, sia su mobile che tablet. Lo screen time è stato diviso in base al numero di ore di esposizione giornaliere. Ne è risultato che: 3440 bimbi (48,5%) stavano davanti a uno schermo per meno di un’ora al giorno; 2095 (29,5%) da 1 a 2 ore; 1272 (17,9%) da 2 a 4 ore; 290 (4,1%) 4 o più ore. Quindi è stato valutato lo sviluppo dei bambini, in base all’Ages&Stages Questionnaires (ASQ-3), un metodo valido a livello internazionale dagli 1 ai 66 mesi.
Quello che è emerso è che il tempo passato davanti allo schermo è associato a un maggior rischio di ritardi nello sviluppo a 2 anni nella comunicazione, nelle abilità motorie, nel problem solving, e nelle abilità sociali, e a 4 anni negli ambiti della comunicazione e del problem solving. In particolare, l’effetto era più marcato se il bimbo passava più di 4 ore al giorno davanti a uno schermo. Non è stata invece rilevata una relazione significativa tra lo screen time e le abilità motorie di corpo e arti e le skill sociali e personali a 2 e 4 anni. Pare quindi che la quantità di esposizione agli schermi non sia associata a tutte le aree dello sviluppo infantile.
Nel dettaglio, a 2 anni sono stati riscontrati ritardi: nella comunicazione (361 bambini, il 5.1%); nelle abilità motorie degli arti e del corpo (400 bambini, 5.6%); nelle abilità motorie di mani e dita (329 bambini, 4.6%); nel problem-solving (301 bambini, il 4.2%); nelle skill personali e sociali (387 bambini, il 5.5%). A 4 anni sono stati riscontrati ritardi nella comunicazione (283 bambini, il 4%); nelle abilità motorie degli arti e del corpo (303 bambini, il 4.3%); nelle abilità motorie di mani e dita (349 bambini, 4.9%); nel problem-solving (269 bambini, 3.8%); nelle skill personali e sociali (328 bambini, il 4.6%).
Lo studio ha anche analizzato alcune covariabili. E’ emerso che i bambini con alti livelli di screen time avevano in comune madri più giovani; al primo figlio; con un reddito familiare più basso; con un’istruzione più bassa; con depressione post partum
Ma non tutto è nero. L’analisi sottolinea che occorre considerare che i programmi per i bambini possono essere anche educativi. E che se un maggior uso dello schermo è associato a minori abilità linguistiche, quando invece il bambino guarda programmi educazionali le sue abilità linguistiche si incrementano. Ecco perché, in un mondo dove è sempre più difficile limitare lo screen time, può essere di aiuto selezionare in modo adeguato e attento cosa si propone ai bambini, traendo vantaggio da programmi che possano essere loro d’aiuto nello sviluppo invece di frenarlo, andando quindi a limitare solo lo screen time dannoso.
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