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Kiev chiede di non dialogare con Mosca per la pace

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Intanto Mosca dialoga con l'India per un processo di pace. Il ministro Tajani presto in Cina per fare pressioni su Putin

Kiev chiede lo stop a "qualsiasi comunicazione diretta" con la leadership russa per "accelerare una fine equa della guerra". In un post su X, il consigliere della presidenza ucraina, Mikhailo Podolyak, ha scritto: "Tre problemi che richiedono soluzioni più forti per accelerare un'equa fine della guerra. 1) Elusione delle sanzioni e produzione di missili in Russia. La soluzione: o un cambiamento ufficiale dello status della Russia in Stato terrorista o dure sanzioni secondarie contro gli intermediari privati".

Per Podolyak il secondo problema riguarda la "fornitura di armi all'Ucraina. Soluzione: un'analisi matematica delle dimensioni dei sistemi di difesa russi, delle loro capacità di stoccaggio e logistica. Trasferimento di volumi ottimali di missili a lungo raggio, munizioni, sistemi di sminamento e sistemi di difesa missilistica di prima linea in base alle esigenze". Infine, il consigliere di Volodymyr Zelensky parla del"l'solamento dei vertici della Russia, che ridurrà drasticamente le possibilità di manovra diplomatica e invierà un segnale ai paesi neutrali. Soluzione: rifiuto di qualsiasi comunicazione diretta, mandati di arresto di varie giurisdizioni per complicità in crimini".

Intanto la Russia ringrazia l'India, insieme ad altre potenze del cosiddetto sud globale, per l'impegno "sincero" che mette nel perseguire "soluzioni realistiche" per la fine della guerra in Ucraina. Il riconoscimento è arrivato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha parlato ieri all'undicesima Conferenza sulla sicurezza internazionale a Mosca, prima che circolasse la notizia secondo cui la presidenza indiana del G20 non ha invitato l'Ucraina al vertice dei leader del mese prossimo.

"Noi apprezziamo l'interesse sincero di Cina, Brasile, SudAfrica, Egitto, India e altri Paesi del sud globale nel promuovere la ricerca di vie di soluzione eque e realistiche", ha dichiarato il capo della diplomazia di Mosca, secondo cui "è di fondamentale importanza che le proposte provenienti dai nostri amici del mondo in via di sviluppo si basino su una chiara comprensione delle vere cause e della natura degli sviluppi in corso come conseguenza degli sforzi dell'Occidente per minare il principio di indivisibilità e sicurezza".

Ma si muove per la pace anche l'Italia. "All'inizio di settembre sarò a Pechino e nel corso dei colloqui che avrò insisterò molto affinché la Cina convinca la Russia a venire a più miti consigli". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo a La Versiliana, sottolineando che l'Italia sta spingendo affinché "la Cina faccia ascoltare la propria voce alla Russia".

"La situazione non è di facile soluzione, entrambe le parti intendono vincere è difficile trovare una mediazione, l'Italia sostiene tutte le iniziative che possano condurre verso un inizio di dialogo" ha detto ancora il ministro sottolineando che "deve essere molto chiaro" che "la pace non può essere la resa dell'Ucraina" e che "l'occidente e la Nato sono impegnati a difendere l'indipendenza di questo Paese".

 

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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