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Crisi Ucraina: nessuno vuole la guerra ma la tensione sì

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La Russia annuncia che non ha mai pensato di invadere Kiev, intanto i separatisti filorussi chiedono armi. Altro appuntamento a Berlino tra 15 giorni

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha apprezzato i colloqui "costruttivi" che si sono tenuti ieri a Parigi tra i consiglieri dei capi di Stato e di governo di Francia, Germania, Russia e Ucraina (i Paesi del cosiddetto formato Normandia), che hanno concordato di riunirsi di nuovo a Berlino tra due settimane. Lo riferisce una nota della presidenza ucraina, secondo cui Zelensky "valuta positivamente il fatto dell'incontro, la sua natura costruttiva, nonché l'intenzione di continuare colloqui significativi tra due settimane a Berlino".

Il ministero degli Esteri russo Alexei Zaitsev ha dichiarato che Mosca è concentrata su una soluzione diplomatica della crisi ucraina e considera "inaccettabile" l'idea di una guerra con Kiev. "Abbiamo già ripetutamente dichiarato che il nostro paese non intende attaccare nessuno. Consideriamo inaccettabile anche il solo pensiero di una guerra fra i nostri popoli", ha detto Alexei Zaitsev, uno dei portavoce del ministero degli Esteri russo.

E c'è massima fiducia nelle trattative dalla sponda ucraina, come confermato dal governo ucraino a più riprese. "Avevamo visto la risposta scritta degli Stati Uniti prima che fosse consegnata alla Russia. Nessuna obiezione da parte ucraina. È importante che gli Stati Uniti rimangano in contatto stretto con l'Ucraina prima e dopo tutti i contatti con la Russia. Nessuna decisione sull'Ucraina senza l'Ucraina. Regola d'oro" ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dopo aver incontrato a Copenaghen il suo omologo danese, Jeppe Kofod.

Se proseguono le trattative pacifiche, però lungo i confini la tensione resta altissima. Il partito Russia unita ha chiesto l'invio di armi per i separatisti filo russi nel Donbas e poco prima il Partito comunista ha chiesto che Mosca riconosca le due autoproclamate repubbliche popolari (Donetsk e Luhansk). "Le richieste dei nostri deputati, indicano la criticità della situazione", ha commentato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "I cittadini e i deputati russi non possono rimanere indifferenti a quello che accadrà ai cittadini del Donbass", ha aggiunto Peskov. Non solo, i separatisti filorussi dell'Ucraina orientale chiedono "armi moderne" a Mosca per difendersi dalle forze di Kiev. Lo ha detto Denis Pushilin, leader dell'autoproclamata repubblica di Donestk, dopo che ieri il partito governativo Russia Unita ha esortato il Cremlino a inviare armi ai separatisti.

 

2 anni fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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