L'autorete di Ultima Generazione durante la Maratona di Roma
Gli attivisti del movimento ambientalista fermano la gara podistica irritando chi naturalmente è un loro simpatizzante, cioè il podista rispettoso dell'ambiente
Ho un sentimento contrastante quando guardo le azioni di protesta e di sensibilizzazione sul Pianeta al collasso degli attivisti di Ultima Generazione. L’obiettivo è nobile. Sempre. È il modo che mi rende perplesso. Non so perché, ma mi torna in mente, quando apprendo di qualche loro scorribanda ambientalista, il film ‘L’esercito delle 12 scimmie’, che da proteste legittime come la liberazione degli animali in cattività dallo zoo esplode poi nella propagazione di un virus letale che stermina l’intera popolazione mondiale. Ma nel film gli autori del contagio e della deriva distopica non sono gli estremisti dell’ambiente ma gli scienziati. Non divaghiamo, però.
Quello che fatico a comprendere non è l’obiettivo, ovviamente, ma il modo di UG. I giovani di solito hanno una percezione della realtà maggiore rispetto agli altri, sanno che il futuro gli appartiene, hanno una sensibilità più acuta, così si battono con maggiore fervore. Stavolta, però, i prodi tesserati di Ultima Generazione l’hanno combinato grossa, più condannabile di un monumento Unesco imbrattato.
Infatti, non se la sono presa generalmente con i poteri forti, bersaglio preferito dei più intrepidi complottisti, ma con coloro che simpatizzano per le loro battaglie. Perché un conto magari è protestare contro una multinazionale petrolifera (la prima inquinante che mi viene in mente) impedendo l’accesso ai loro mezzi creando un danno economico o d’immagine, un altro è interrompere una gara podistica e impedire a un corridore di sgambettare nella Maratona di Roma, come accaduto domenica 17 marzo. E sì, perché stavolta gli attivisti di Ultima Generazione hanno realizzato un clamoroso autogol, protestando contro chi naturalmente è un loro simpatizzante, dato che l’identikit del maratoneta è quello di un amante della natura, della pratica dello sport all’aria aperta, del rispetto dell’ambiente, fautore di una cultura green a prescindere, nemico giurato dello junk food, del fast fashion e del greenwashing, chissà anche portabandiera della vigoressia e dell’ortoressia. Tutte battaglie (e derive) che sono gli emblemi di UG.
Il risultato qual è stato? I tre attivisti sono stati portati in commissariato, è scattata una denuncia e di sicuro ci saranno noie giudiziarie, ma la cosa peggiore è che hanno scatenato la grande irritazione di chi sta dalla loro parte.
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