La gravità dell'utero in affitto
La Cei interviene sulla questione: giusto rimarcare che esiste mercato, diventi crimine internazionale’
“Giusto rimarcare che esiste un vero e proprio mercato dell’utero in affitto. Diversamente, significa non volere vedere le cose per come stanno”. Alberto Gambino, giurista cattolico e presidente di Scienza e Vita, l’associazione che lavora in sinergia con la Cei sui temi legati alla vita, appoggia la denuncia del ministro della Famiglia Eugenia Roccella nell’esprimere netta contrarietà alla maternità surrogata. “E’ una espressione corretta - osserva il giurista all’Adnkronos - perché c’è davvero un mercato. Su internet ci sono pubblicità su pubblicità che commercializzano pratiche dell’utero in affitto. Nonostante in Italia sia vietato, queste pubblicità si ritrovano anche su motori di ricerca italiani”.
Gambino, che contesta le espressioni utilizzate dal vicepresidente della Camera di FdI Rampelli (“quello spacciare i bimbi per figli delle coppie omosessuali è espressione davvero infelice”, dice) concorda con quanti vorrebbero che la pratica della maternità surrogata venisse dichiarata crimine internazionale: “E ‘ una pratica di fortissimo disvalore sociale, come ha detto anche la Consulta, che va rimarcato, altrimenti non c’è possibilità per la giustizia di potere perseguire questi reati all’estero. Oggi i pm non possono fare nulla. Sarebbe giusto dichiararlo crimine internazionale”.
Il giurista cattolico presidente di Scienza e Vita, sulla trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omosessuali attorno alla quale si è creata una rete di sindaci per fare pressing sul Parlamento, pensa che stia prevalendo l’aspetto ideologico. “Queste rivendicazioni hanno a che fare con aspetti legati ai diritti patrimoniali. Un tentativo di legiferare potrebbe significare che anche l’altro convivente che non ha partecipato col suo gamete alla generazione di quel bambino ha doveri patrimoniali. Il tema in realtà è tutto qui perché, a livello di diritti personali inviolabili del bambino, - il punto di vista del giurista- non si potrà mai disconoscere che quel bambino un giorno abbia il diritto di conoscere il vero padre o la vera madre, cioè colui o colei che è biologicamente madre o padre. Importante è che in questa discussione non venga cancellato questo aspetto: un diritto patrimoniale non potrà mai prevalere su un diritto inviolabile personalissimo”.
L’impressione del presidente di Scienza e Vita è che si stia “stressando questo aspetto eminentemente patrimoniale, importante, ma fino ad un certo punto, perché si può ovviare in mille modi per dare diritti patrimoniali a questi bambini. Il convivente può comunque, in via convenzionale- contrattuale, stabilire che quel bambino possa beneficiare di tutta una serie di prerogative economico- patrimoniali legate al mantenimento. Invece si sta ideologizzando questo aspetto tipicamente patrimoniale per farne una questione di status, personale, legato ad un diritto inviolabile. E’ qualcosa di mal posto”.
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