In autunno pronti i vaccini aggiornati
Per contrastare il Covid necessario un richiamo. Necessità di rinnovare ulteriormente le terapie che per altro già stanno dando ottimi risultati
"Abbiamo sempre sostenuto che il vaccino andava aggiornato e che in autunno quando presumibilmente potrà esserci una esigenza di fare una dose di richiamo che andrà somministrata ai più fragili, ai più anziani e alle persone più esposte. Questa, a nostro giudizio, è la strada giusta, insieme alla necessità di aggiornare ancora ulteriormente le terapie che per altro già stanno dando ottimi risultati". Così il direttore dell'Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, commenta l'annuncio arrivato ieri dall'Ema di "garantire che i vaccini anti-Covid adattati siano approvati al più tardi entro settembre".
"Siamo molto vicini all'immunità di gregge e lo dice l'andamento dell'epidemia perché da mesi, nonostante le misure di restrizione siano estremamente blande, il numero dei casi è più o meno costante, con delle piccole oscillazioni quotidiane. Chiaramente il numero dei casi è la punta di un iceberg, il numero dei decessi è costante, inaccettabile a mio avviso, ma questo significa che in qualche modo la situazione di equilibrio è stata raggiunta". Così Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia molecolare all’Università di Padova, ospite di 'Radio anch’io' su Rai Radio1.
Alla domanda di chiarimento sulla 'inaccettabilità del numero dei morti', Crisanti risponde che a suo giudizio "bisogna cambiare paradigma, passando da una strategia che limitava la trasmissione del virus a una strategia che protegge i fragili, senza limitarne la libertà". Un esempio in proposito è "la legge, sbagliatissima, che ha fatto tornare al lavoro i soggetti fragili, il che significa, in una situazione di alta trasmissione del virus, esporli a condizioni di rischio. E - ricorda infine Crisanti - i fragili sono tutte le persone sopra gli 80 anni e quelle che hanno una o più condizioni patologiche che aggravano il decorso del Covid, quindi diabete, ipertensione e obesità, i pazienti oncologici, quelli trapiantati e se li sommiamo tutti non sono pochi. Tutti vanno protetti, perché è inaccettabile avere 150 morti al giorno, che sono 50mila all'anno, e ciò ci riporta al 1800 quando le malattie infettive erano la maggiore causa di morte".
Intanto continua la polemica per l'utilizzo della mascherina in Italia, unico Paese dove resta obbligatoria in alcune parti. “Invece di unirsi alle tante Nazioni che tornano alla normalità, il governo persiste nel generare ulteriore caos in cittadini e imprese. È ora di mettere la parola fine a misure inutili, caotiche e dannose per l’intera Nazione: Fratelli d’Italia continua a chiedere l’abolizione definitiva del Green Pass e delle restrizioni” scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
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