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La voce di chi esporta ancora in Russia: i vini di Masi

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Stop, sanzioni, restrizioni, ma c'è chi ancora esporta a Mosca. Il problema? La svalutazione del rublo

C'è ancora chi esporrta a Mosca nonostante le tante restrizioni. Vediamo il caso della cantina Masi, le cui distese abbracciano il lago di Garda arrivando fino a Verona, la classica zona della Valpolicella. La presenza di Masi in Russia è storicamente consolidata e da qualche anno si è rafforzata grazie all’alleanza strategica con Beluga Group, il più grosso produttore ed esportatore di vodka, che è stata messa a punto per l’importazione e la distribuzione di tutti i marchi del Gruppo Masi. A oggi il conflitto in Ucraina non ha avuto al momento una ripercussione particolarmente pesante sull’azienda, che nel mercato nota più che altro una maggiore prudenza dei consumatori a causa della svalutazione del rublo. Le sanzioni imposte dalla Ue all’export di vino si applicano d'altra parte solo ai prodotti con valore superiore ai 300 euro.

“Masi esportava ed esporta tuttora in Russia, uno dei tre mercati in cui negli ultimi anni abbiamo sviluppato una incisiva azione di riprogettazione del nostro business con l’accordo con Beluga group avendo verificato che, rispetto alle caratteristiche demografiche del mercato russo, c'era un potenziale inespresso del nostro marchio". E’ quanto afferma Federico Girotto, amministratore delegato di Masi Agricola, la storica cantina della famiglia Boscaini che quest’anno compie 250 anni.

"In questi ultimi anni, nonostante il covid, siamo cresciuti nell’export in Russia, anche se non è un mercato top, ma è un mercato visibile". Quanto alle ripercussioni del conflitto in Ucraina Girotto sostiene che "stiamo comunque lavorando in Russia, indubbiamente c’è una maggiore attenzione alla spesa da parte del consumatore, ma la problematica maggiore riguarda la svalutazione del rublo. Il business però è quasi ‘as usual’. Siamo presenti nei ristoranti, nelle enoteche indipendenti e nel retail, tra cui una catena di oltre mille negozi che si chiama Wine Lab, di proprietà di Beluga Group".

Inoltre, sempre a causa della guerra, Masi sta incontrando difficoltà, come molte altre aziende vinicole italiane, per la "indisponibilità e la lievitazione dei costi di tutti i materiali, etichette, tappi, capsule. Problemi che penalizzano tutto il settore". "Lo scenario cambia di giorno in giorno – aggiunge - e bisogna anticipare le mosse avendo scarsa visibilità su quello che accadrà nel medio termine".

Masi esporta in oltre 140 Paesi con una quota export del 74% sul fatturato. Masi Agricola, società quotata su Euronext Growth Milan è tra i leader italiani nella produzione di vini premium, in mano alla famiglia Boscaini che detiene il 73,5% del capitale ha nel suo portafoglio azionario due partecipazioni di minoranza, quella di Red Circle Investments di Renzo Rosso al 10% e della Fondazione Enpaia salita di recente al 5%.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacometti

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