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Sui migranti la Ue dovrebbe usare la forza in Africa

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Il traffico dei migranti è una forma di criminalità che richiede una risposta prioritaria e adeguata a livello europeo. Il caso della Wagner

“Il traffico dei migranti è una forma di criminalità che richiede una risposta prioritaria e adeguata a livello europeo. L’Ue, nel corso degli anni, ha certamente rafforzato gli strumenti di contrasto ma occorre affinare ulteriormente l’azione preventiva e repressiva, cui Europol offre un contributo inestimabile”. Lo ha affermato il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Nazario Pagano, di Forza Italia, intervenendo alla Dodicesima riunione del Gruppo di controllo parlamentare congiunto su Europol (Jpsg) in corso a Stoccolma. “Ogni intervento in questo ambito sarà insufficiente -ha aggiunto- se l’Unione non svilupperà una reale politica migratoria, in coerenza con i principi della equa ripartizione degli oneri e della solidarietà previsti dai Trattati in modo da non lasciare soli l’Italia e gli altri Paesi di primo approdo. Ciò presuppone da un lato una strategia organica che consenta l’accesso al nostro Continente attraverso vie sicure a chi ne ha titolo, dall’altro occorre un intervento di medio e lungo periodo sulle cause stesse delle migrazioni, accompagnando lo sviluppo, in senso sostenibile, dei Paesi di provenienza dei migranti. Confido che la Commissione e la presidenza svedese sapranno operare in questa direzione”.

"La brigata Wagner è inserita in tutte le attività più strane in Africa, da quella di facilitare l'estrazione mineraria alle tangenti nella vendita di armi russe, nel commercio illegale di legnami pregiati, e poi nelle attività illegali più redditizie, dal traffico di droga a quello di essere umani. E' sicuramente coinvolta nella tratta di migranti, verosimilmente attraverso funzionari locali. I servizi italiani lo avevano già segnalato due anni fa". Lo dice il generale Carlo Jean in un'intervista a Il Giornale.

"L'immigrazione è rimasta sotto controllo fino a quando veniva gestita dalle dittature dell'Africa settentrionale con cui paesi europei potevano fare accordi. Respingevano i migranti nel deserto e morivano lì, non nei nostri mari, per cui non avvertivamo il problema. Ora i migranti non vengono più respinti ma sono anzi una sorgente di soldi per i gruppi etnici e tribali che ne traggono profitto, i governi locali sono troppo deboli per opporsi", dice Jean.

Alla domanda su cosa possa fare l’Europa Jean risponde: "Qualcosa che è contro i valori di cui siamo molto orgogliosi. Servirebbe cioè la forza, un intervento massiccio, mettere in campo in Africa un esercito di tipo coloniale per stabilizzare regimi e regioni". Ma, continua, "il grosso problema è che l’Europa non è uno stato, non ha capacità né militari né politiche di fare qualcosa che può essere realizzato solo con metodi piuttosto duri, con occupazione e rafforzamento dei governi del nord Africa e del Sahel. Dovremmo operare come la Wagner". E, conclude, "quindi bisogna rassegnarsi al fatto che l'Europa diventi un continente meticcio e organizzare questo meticciato in modo da non perdere le nostre abitudini e la nostra cultura".

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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