Festival Sanremo: ecco le pagelle della prima serata
Iniziata ieri la 72sima edizione: Ranieri e Orietta Berti out, Morandi di stima, Mahmood-Blanco sorpresa
Partita ieri sera la 72ma edizione del festival di Sanremo, condotto ancora da Amadeus. Sul palco dell'Ariston si sono succeduti cantanti che hanno racoclto applausi e altri che hanno convinto meno.
Achille Lauro 7+
Outfit in omaggio a Billy Idol, canzone nazional popolare dal sapore Rolls Royce ma molto meno glam. Performance come sempre che punta tutto sullo spettacolo e poco sulla musica. C’è il sospetto che si stia un po' imborghesendo, a dispetto dell’acqua santa e i santini la prestazione tende più all'Ivan Cattaneo che all’ Iggy Pop. In compenso conquista un pozzo di punti per il fantafestival.
Yuman 6-
Quando lo vedi salire sul palco la mente corre subito a Frankenstein di Mel Brooks, l’abito scelto lascia basiti, la voce è buona, il pezzo è una ballad con sonorità non scontate. Ma non lascia il segno.
Noemi 5
Meriterebbe 9 per le pallette e il vestito, l’incarnato, i capelli e gli occhi propongono. Sublime. Il pezzo scritto da Mahmood non sa di molto, la vocalità a volte troppo incerta sulle parti più basse. Elegante
Morandi 6
Pezzo in omaggio ai suoi successi del periodo Bit. Le sonorità sono quelle, Jovanotti, che già aveva scritto un pezzo per lui quest’estate, prova a rievocare gli antichi fasti degli anni Sessanta. Solo che Gianni nel mentre è cresciuto. L’effetto è un po' vorrei ma proprio non ce la faccio. Triste.
La rappresentante di lista 7
Pezzo dance accattivante, I LRDL sono, non da oggi, una realtà molto interessante e innovativa del panorama italiano. Forse proprio per questo la scelta paracula di “CIAO CIAO” lascia alla fine un retrogusto amaro, che sa di compromesso. Ma il pezzo per radio andrà di brutto.
Michele Bravi 5
Look da Edward Mani di Forbice, canzone impalpabile, colpa anche del suo modo di cantare al limite dello sfiatato.
MASSIMO RANIERI 5
Il buon Massimo chiede troppo alle sue corde vocali, si misura con un brano che sembra addirittura essere in tonalità troppo alta, tanta la fatica di questo grande interprete a starci dentro. A metà del secondo inciso la clamorosa toppa. Anche i grandi sbagliano. Il brano comunque a dispetto di un testo finalmente impegnato, i migranti, non trova mai il cuore .
Mahmood e Blanco 8
Il pezzo è bello, le scelte stilistiche azzeccate e niente affatto facili, ma non stupisce per uno come Mahmood, sorprende invece la vocalità di Blanco, soprattutto su un palco così pesante, col 18enne bresciano propone un timbro vocale davvero unico. Favoritissimi.
Ana Mena 3
La giovane spagnola si presenta al Festival con un pezzo scritto da Rocco Hunt che di mestiere sarebbe rapper. L’effetto è subito Gigione e Donatello alla sagra della mozzarella di Afragola. Non si poteva selezionare niente di meglio?
Dargen D’Amico 6
Tormentone. Con un po' di fortuna questo pezzo non ci tormenterà per tutto l’anno come successe l’anno scorso con “Musica Leggerissima”. Ma le speranze sono al lumicino. Già la sentiamo echeggiare nelle radio e su YouTube a ripetizione questa “Dove si Balla”. Che Dio ci aiuti.
Orietta Berti 4
Sale sul palco in versione Goldrake ma senza alabarda spaziale, l’impressione è che sia stata rapita da un gruppo di avanguardisti berlinesi, che la sfruttano a sua insaputa come manifesto culturale. Fermatela. Ah la canzone…
Rkomi 6,5
Questo piace ai “Giovini”. Riff musicale un po' troppo Depeche Mode look aggressivo ma lui sente troppo il palco e risulta legnoso.
Giusy Ferreri 4
Usare il megafono quando hai già di tuo quel timbro vocale è una provocazione al limite dell'insulto. Il pezzo è brutto.
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