Sanremo: le pagelle della seconda serata
Protagonista assoluta Elisa, ma anche Sangiovanni di sicuro diventerà un ritornello alle radio
Sangiovanni 6,5
Primo prodotto in gara proveniente da Amici di Maria De Filippi. Sangiovanni è la risposta alla domanda, “Cosa succede a lasciare i bambini davanti la tv tutto il giorno a guardare i TeleTubbies?”.
L’astio nei confronti di questo simpatico ragazzo è dovuto in tutta onestà ai traumi causateci dall’ascolto casuale della sua “Malibu” per tutta l’ultima stagione estiva.
“Farfalle” si propone appunto a quel pubblico di Teens, che muniti di casse wifi, vi attenderanno ad ogni angolo della città pronti a guastarvi la giornata col suo ritornello dalle proprietà adesive. Per radio andrà di brutto.
Giovanni Truppi boh
Se non fosse stato per quello che ieri ha attribuito un film con Mariangela Melato a Monica Vitti, la discesa di Giovanni Truppi sul palco dell’Ariston sarebbe stato il momento “oh my god” della settimana.
Giovanni, deve aver pensato, “qua nessuno mi conosce”, e con tutta probabilità non tornerò mai più su questo palco. D’ora in avanti quando ci chiederanno “Te lo ricordi Giovanni Truppi?”, risponderemo “ Ma chi? Quello che scese la scala di Sanremo in canottiera?”.
Posto che difficilmente si potrebbe sorvolare sul look del buon Giovanni, spostandosi sul lato puramente artistico, il Truppi ci propone un pezzo folk dalle vaghe assonanze con De Andrè, solo che Faber non si può imitare, e Giovanni, alla sua età, lo dovrebbe sapere. Per aggiungere danno alla beffa il pezzo, dal testo sicuramente interessante, è per buona metà parlato anziché cantato. Cosa che, in paesi meno civili del nostro è passibile di linciaggio con mazzetta da cantiere.
Le Vibrazione 6
Pezzo Rock dalle sonorità fresche, vagamente ricorda qualcosa dei Muse nella strofa, si lascia ascoltare. Bello l’omaggio a Stefano D’Orazio sulla cassa della batteria.
Emma 7
Grande voce, manco a dirlo, il pezzo sarebbe anche buono, ma risulta un po' piatto, e la brava cantante pugliese non sembra sempre dentro la canzone. Tiene il palco benissimo, coadiuvata da Francesca Michelin nella insolita veste di direttore d’orchestra.
Matteo Romano 7
Arriva direttamente da Tik Tok e da 0 spettatori in carne ed ossa a platea di Sanremo, il rischio è quello di essere divorati. Invece il 19enne piemontese tiene botta come se fosse ancora dall’altra parte del monitor nella sua cameretta.
Iva Zanicchi 6
Che senso può avere un pezzo alla “Zanicchi” oggi a Sanemo tra trapper, rapper e rocker? Apparentemente nessuno. La Zanicchi è questa, e ragioni per cambiare non ce ne sono. La spiegazione comunque è semplice.
Le sigle sindacali CIGL, CISL e UIL riunite hanno chiesto e ottenuto che venissero riconosciuti 8 minuti di pausa sindacale all’Autotune, così che postesse prendersi una meritato riposo tra un Sangiovanni e l’altro.
Ditonellapiaga e Rettore 7
Pezzo dance un filo “Goldfrapp”, che ci sveglia dal primo “abbiocco”. La Rettore sfoggia un look a metà tra Avatar e Crudelia Demon e tiene il palco da star a dispetto dell’età.
Elisa 9
Signori e signori la vincitrice del 72mo festival della canzone Italiana.
Mettiamo le cose in chiaro, se non danno il premio ad Elisa, sarà un po' come quella volta che diedero il Pallone d’oro a Mathias Summer.
Il pezzo è una ballad dalle sonorità fiabesche. Sarà per quello che l’ufficio marketing veste la cantante friulana come Arwen, la fidanzata di Aragorn.
Il brano è bello, non indimenticabile, probabilmente non un classico Sanremese, decidere se sia migliore questo o quello di Mahmood e Blanco è una questione di gusti. (Ma questo è più bello)
Ma poi c’è l’interprete. E allora chiudiamo tutto e andiamo a casa. Elisa veste il pezzo, che di suo ha un arrangiamento pazzesco, con una delicatezza e una dinamica sontuosa, un rapimento magico che trascende il concetto di gusto musicale.
Fabrizio Moro 5
Ballad alla Fabrizio Moro, già la sentiamo echeggiare negli studi di Uomini e donne, durante i momenti “dance”. Poco da dire niente, sempre la stessa roba.
Tananai 3
Tananai, al secolo Alberto Cotta, perché non hai voluto usare l’autotune? Dopo Elisa infilare di seguito Moro e Tananai è un gesto di cattiveria da parte della direzione artistica.
Alberto Cotta non è manco male come nome. Leviamo 'sto Tananai che tra le altre cose mi manda in tilt il correttore di bozze, e concentriamoci più sulle note e meno sulle pose.
Irama 7
Irama è bravo. Non si discute, sicuramene anche un bel ragazzo, il che non guasta. Propone una ballad convincente in odore di “One Repubblic” e un maglione su cui sarebbe meglio glissare. Ma almeno lui sotto c’ha il fisico. Capito Truppi?
Aka 7Evev 7
Ennesimo prodotto di Amici. I ragazzi della De Filippi li riconosci dal fatto che hanno tutti un nick name assurdo e cantano brutte copie di prodotti affidabili.
In questo caso Aka o 7even, quale è il nome?, cannibalizza il riff di “Chasing Cars”, come se Grey’s Anatomy lo avesse visto solo lui. Il testo è un amo da pesca per teenagers. Funziona tutto. Purtroppo
Highsnob e Hu voto 5
Innanzi tutto un "grazie" ad Highsnob per essersi scritto il nome in faccia cosi non ci confondiamo. Sto pensando di fare la stessa cosa con il codice fiscale.
Li vedi scendere con questo look trasgressivo, non sapendo minimamente chi siano, e ti aspetti una versione nostrana di Die Antwoord. Invece ti ritrovi la brutta copia di Coma Cose, il solito pezzo Rap melenso con tanto di mossa “Minghi-Mietta” ad enfatizzare l’inciso.
Una piccola chiosa su gli ospiti
La serata si apre con un monologo, invero un po' zoppicante, della bella Lorena Cesarini, sul tema del razzismo e sull’abuso degli stereotipi ad esso legato. Sopratutto a seguito della sua candidatura a madrina della kermesse.
Rula Jebreal qualche anno fa era stata probabilmente più incisiva, e verrebbe da dire che se ci mettiamo a commentare tutti gli idioti che troviamo sui social si fa notte. Momento comunque sentito e giusto.
Se non fosse che più o meno 45 secondi dopo arrivi sul palco, fomentato dalle aspettative di Amadeus, Checco Zalone, che si lancia in un pecoreccio Sketch cantato di Bagagliniana memoria, in cui la cenerentola transessuale è un brasiliano che fa la prostituta.
L’effetto complessivo dell’operazione è un po' come quando Tyler Durden in Fight Club infilava fotogrammi di film porno nelle bobine di film d’animazione per le famiglie. Nessuno sa di averlo visto, ma l’hanno visto.
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