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L'ex governatore della Liguria Toti ha scelto il patteggiamento

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Toti: "Nessun atto illegittimo, i Pm lo confermano"

"I pm hanno sostanzialmente confermato che non c’era un atto illegittimo tra quelli che, secondo loro, sarebbero stati da me influenzati così come, evidentemente, erano legittimi i finanziamenti al Comitato Toti. Io mi ritengo innocente perché ho agito per l’interesse pubblico". Così Giovanni Toti al Corriere della sera a proposito del patteggiamento nell'inchiesta in cui è coinvolto.

"Fare un accordo non vuol dire necessariamente riconoscere le proprie colpe ma ritrovarsi a metà strada, anzi in questo caso molto oltre la metà", prosegue l'ex governatore giudicando il patteggiamento "una vittoria. Sono passato da essere Al Capone ad aver parcheggiato la macchina in divieto di sosta. La montagna delle accuse ha partorito un topolino".

"Non ho visto un lungo corteo accompagnarmi verso il Golgota. In tutta franchezza, girandosi con la croce sulle spalle, tranne qualche eccezione, dietro c’era un imbarazzante vuoto", dice tra l'altro Toti.

Le reazioni

"Il patteggiamento? Non ne ero a conoscenza. E comunque dovete chiedere a Toti. Ma per me come candidato non cambia nulla. Vado avanti con il mio programma". Così il sindaco di Genova Marco Bucci e candidato del centrodestra alla Regione Liguria in un'intervista a Repubblica. "Si capisce nel patteggiamento che è riconosciuta la correttezza degli atti amministrativi e concessori che sono stati fatti. Infatti, si patteggia per corruzione impropria, altri capi di accusa non ci sono", sottolinea.

Il voto di scambio è stato stralciato in un altro filone in verità. "Non è una questione che mi riguardi", risponde Bucci. Se erano atti corretti, allora perché Toti ha deciso di patteggiare? Di fatto è un’ammissione di colpa. "Questo non dovete chiederlo a me ma a lui, sono questioni sue, io non c’entro e non ho titolo per intervenire", dice. Quindi, per lei non cambia nulla dopo oggi? "Assolutamente nulla. Io - prosegue - vado avanti con un metodo di lavoro che ha portato risultati in Liguria".

Perché in poche ore si è convinto a candidarsi quando aveva detto che non sarebbe stato possibile? Chi glielo ha fatto fare? "Ho deciso rapidamente, perché è il mio carattere. Sono un decisionista. Avevo deciso in poche ore anche di andare sotto i ferri e quella era stata una scelta ancora più delicata. Ma non ho deciso d’impeto. Ho ponderato. E come ho detto, mi ha convinto Giorgia Meloni, perché ha distinto, parlando con me, il piano politico da quello della mia salute personale", spiega. Si sente un po’ il salvatore della patria? "Non esistono i salvatori della patria ma i civil servant. I motivi che mi hanno spinto sette anni fa a candidarmi a sindaco per la prima volta sono gli stessi di oggi, anzi ancora più forti. Voglio fare delle cose per Genova e la Liguria che ne hanno bisogno".

 

14 Settembre
Autore
Luciano Razzano

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