Le dittature militari sudamericane in una performance artistica
Dai romanzi 'Il profumo dell'ultimo tango' e 'La scelta della pecora nera' la fusione di diversi linguaggi. L'evento il 3 settembre a Sezze
Le dittature militari feroci degli anni 70 in Sudamerica, l'orgoglio e la dignità dei rivoluzionari o dei semplici dissidenti in Uruguay e Argentina. E poi spazio alla fantasia con un detective anarchico e politicamente scorretto che si inserisce nelle pieghe della Storia con le sue piccole grandi storie. Eccolo il condensato de 'Il profumo dell'ultimo tango' e 'La scelta della pecora nera' in programma sabato 3 settembre ore 21 al centro sociale Ubaldo Calabresi a Sezze. Si tratta di performance che unisce e fonde i linguaggi della narrativa, del teatro, della musica in uno spettacolo unico, di grande impatto emozionale. La regia è di Simona Serino e portato in scena dagli attori della compagnia Palco 19, col patrocinio della Regione Lazio all'interno del programma culturale 'I tramonti, la luna e i falò'.
Lo spettacolo sintetizza alcuni momenti principali del romanzo ambientato durante la feroce dittatura militare argentina degli anni ’70 fino ai giorni nostri, con protagonista lo strampalato detective italoargentino José Cavalcanti, chiamato a indagare in una tentacolare Buenos Aires su un caso nuovo ma che affonda le sue radici a 40 anni prima, tra giustizia, vendetta, perdono nell’eterna lotta tra Bene e Male, cercando di far affiorare storie dimenticate, con la memoria e la testimonianza utilizzata come antidoto all’indifferenza e all’oblio, unita alla ricerca dell’identità e ai diritti umani calpestati.
Perché un romanzo, poi una pièce, ambientato in Argentina? “Perché la memoria resta il vero antidoto contro l’indifferenza. Non c’è solo l’Olocausto o le foibe, appartengono alle tragedie della Storia anche momenti all’apparenza fonte di gioia come i Mondiali di calcio del 1978 in Argentina, quella gioia contagiosa in realtà nascondeva l’orrore delle torture da parte del governo argentino e i voli della morte (30mila sono i desaparecidos). Ero un bambino ma mi alzavo di notte per vedere le partite degli azzurri di Bearzot, poi a distanza di anni hai la percezione che il grande inganno ordito a forma di pallone si è tramutato in tragica realtà: le Ford Falcon che ringhiano sull’asfalto, l’arroganza delle patotas, i bambini sottratti alle famiglie, le torture imposte dal governo, i desaparecidos, i girotondi strazianti delle Madres attorno all’Obelisco di plaza de Mayo, i voli della morte… sono diventati nel tempo dei frammenti che si sono accavallati fino a creare un film completo. Tu credi che tutto appartenga al passato, invece no. Perché quando i conflitti sono irrisolti sono sempre attuali, li covi dentro. Si muovono dentro finché, almeno nella fiction, cerchi la pace. È anche un modo per chiedere scusa a chi ha sofferto quando invece inconsapevolmente si partecipava a una gioia effimera” questo il commento di Gian Luca Campagna, lo scrittore da cui sono tratte le performance.
La trama. Buenos Aires, giugno 1978. In nome dell’orrore l‘Argentina della junta militar si prepara al trionfo dei Mondiali di calcio, gli oppositori vengono prelevati dalle case e fatti sparire nel nulla. Sono i desaparecidos. Buenos Aires, giugno 2018, scompaiono altri ragazzi. Josè Cavalcanti, investigatore privato che trasforma nell’ora di pranzo il suo pied à terre in un’alcova per gourmet, è ingaggiato da una sua ex fiamma per ritrovare il figlio adolescente desaparecido. Nella cornice di notti etiliche, ritmate da tanghi malinconici, tra ufficiali in pensione, spie sempre in azione, magistrati politicizzati, prostitute sotto mentite spoglie, dottori della morte pentiti, operai senza futuro, immigrati italiani nostalgici, Cavalcanti scoprirà che i ragazzini scomparsi sono parenti dei sostenitori della junta militar. Ma chi li ha rapiti e perché? Qual è la sorte che li attende? In sella al suo sidecar Ural, con l’aiuto-chef Cholo e i due dogo Clan & Destino, Cavalcanti scoprirà una verità tragica e amara… Giustizia, vendetta e perdono danzano su un filo sottile che rischia di spezzarsi a ogni alito d’azione. Stessi temi trattati nel sequel, ‘La scelta della pecora nera’, che parte dalla dittatura argentina per arrivare a quella civico militare dell’Uruguay, sempre negli anni ’70, con particolare attenzione alla figura di Josè Mujica, futuro presidente uruguagio, dissidente e rivoluzionario contro il governo del suo Paese sostenuto dalla Cia e dalle potenze occidentali. L’evento verrà presentato dal giornalista Luca Morazzano e dall’assessore alla cultura del Comune di Sezze Michela Cappuccilli. L'ingresso è libero.
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